K metro 0 – Milano – Lo scorso ottobre ha abbandonato il Movimento 5 Stelle dopo che si era già autosospesa in marzo. L’europarlamentare del Gruppo Europa della Libertà e della Democrazia diretta (EFDD, Europe of Freedom and Direct Democracy) Daniela Aiuto, in un’intervista al quotidiano torinese La Stampa ha già raccontato le ragioni della
K metro 0 – Milano – Lo scorso ottobre ha abbandonato il Movimento 5 Stelle dopo che si era già autosospesa in marzo. L’europarlamentare del Gruppo Europa della Libertà e della Democrazia diretta (EFDD, Europe of Freedom and Direct Democracy) Daniela Aiuto, in un’intervista al quotidiano torinese La Stampa ha già raccontato le ragioni della sua scelta e ricostruito la sua vicenda, accusando soprattutto la Casaleggio Associati di essere la vera cabina di regia del M5S; al punto da controllare quello che gli eletti possono e non possono scrivere sui social o, addirittura, come devono o non devono vestirsi. Con noi di Kmetro0.it si lascia andare a una serie di considerazioni sui temi che le stanno più a cuore e di cui si occupa: sicurezza dei trasporti, la violenza sulle donne e i ragazzi, e sul futuro dell’Europa dopo le prossime elezioni. La versione integrale dell’intervista sarà pubblicata sulla prossima edizione del bimestrale cartaceo.
di Alessandro Luongo
Cosa farà l’Ue per garantire maggiore sicurezza nelle infrastrutture europee?
«L’Ue attraverso i tre pacchetti mobilità, e in particolare con il dossier sulla Sicurezza delle Infrastrutture Stradali, del quale sono relatrice, intende perseguire, su iniziativa della Commissione Europea, il raggiungimento dell’obiettivo Zero vittime stradali entro il 2050. Un obiettivo certamente ambizioso, al quale comunque si deve tendere e per il quale occorre fare un enorme sforzo, anche in termini d’investimenti da parte degli Stati membri».
Perché giudica inutile e dannosa l’Alta Velocità Torino- Lione come si legge nel suo sito? Numerosi imprenditori continuano a reclamarne l’utilità.
«A mio parere, gli imprenditori e i cittadini scesi in piazza a favore del TAV non sono stati ben informati, né sui dati e gli studi di fattibilità a monte del progetto, né sulle caratteristiche del progetto stesso. Molti di loro, ad esempio, pensano si tratti di una nuova tratta per trasporto passeggeri, quando invece è solo per trasporto merci. Altri ignorano che, sulla tratta ferroviaria esistente sono stati fatti degli investimenti e degli adeguamenti importanti negli ultimi anni, e che molti dei convogli tuttora circolanti viaggiano vuoti. Agli imprenditori è stato promesso un aumento delle capacità d’import-export merci nel territorio coinvolto dal TAV, con relativi incrementi economici. Ma le uniche imprese che trarranno benefici reali saranno quelle impegnate nella realizzazione dell’opera, poiché avranno lavoro per diverse decine di anni. Mentre il volume delle merci, come ho potuto spiegare in diverse occasioni, non aumenterà, poiché le stesse si sposteranno su altre direttrici, come la nuova tratta ferroviaria che la Cina sta realizzando e che approderà in Germania (per la realizzazione della quale i cinesi hanno messo sul piatto investimenti di circa 1000 miliardi di Euro)».
Che cosa potrà fare ancora l’Unione europea per contrastare la violenza sulle donne e sui ragazzi?
«L’UE ha fatto molto a tal proposito, non solo simbolicamente (come ad esempio tramite la ratifica della Convenzione di Istanbul nel 2017), ma su questi temi moltissimo possono invece fare gli Stati membri, ad esempio, con interventi sulla legislazione nazionale, sulle politiche locali d’informazione e prevenzione nelle scuole e in ambito familiare, poiché le origini del problema sono principalmente culturali. Per il principio di sussidiarietà, l’Ue su questi temi, può dare solo indicazioni e raccomandazioni a intervenire».
Come sarà l’Europa dopo le elezioni del 2019 a suo avviso?
«L’Ue del 2019 sarà profondamente diversa. E non solo per la massiccia presenza di nuovi membri provenienti da forze politiche cosiddette populiste o sovraniste nel prossimo Parlamento. Ma auspico che le istituzioni europee stesse, e in primis la Commissione europea, modifichino in maniera sostanziale il loro approccio alle politiche comunitarie. Occorre ad esempio rivedere i Trattati. Anche diversi governi degli Stati membri (non ultima la Merkel proprio di fronte alla Plenaria di Strasburgo) chiedono modifiche in tal senso, poiché hanno cominciato finalmente a capire che, o l’UE cambia radicalmente, o sarà inevitabilmente destinata a morire come progetto politico».