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Arrestata in Canada alta dirigente di Huawei su richiesta degli Stati Uniti. I legami con l’Iran che preoccupano gli Usa

Arrestata in Canada alta dirigente di Huawei su richiesta degli Stati Uniti. I legami con l’Iran che preoccupano gli Usa

K metro 0 – Ottawa – Le autorità canadesi hanno arrestato Meng Wanzhou, capo dell’ufficio finanziario di Huawei Technologies nel corso del fine settimana come parte di una indagine degli Stati Uniti sull’eventualità che il gigante delle telecomunicazioni cinese abbia violato le sanzioni contro l’Iran. Meng Wanzhou, che è anche figlia del miliardario Ren Zhengfei, è stata arrestata sabato

K metro 0 – Ottawa – Le autorità canadesi hanno arrestato Meng Wanzhou, capo dell’ufficio finanziario di Huawei Technologies nel corso del fine settimana come parte di una indagine degli Stati Uniti sull’eventualità che il gigante delle telecomunicazioni cinese abbia violato le sanzioni contro l’Iran. Meng Wanzhou, che è anche figlia del miliardario Ren Zhengfei, è stata arrestata sabato su richiesta di funzionari americani, secondo quanto riportato da “Globe and Mail”. “Meng Wanzhou è stata arrestata a Vancouver il primo dicembre. È stata richiesta l’estradizione dagli Stati Uniti, e l’udienza per la cauzione è stata fissata per venerdì”, ha detto il portavoce del dipartimento di giustizia Ian McLeod. In passato il governo Usa ha accusato sia Huawei – il secondo più grande fornitore di smartphone al mondo – sia la società di telecomunicazioni cinese Zte di attuare spionaggio tecnologico negli Stati Uniti. Il Pentagono ha vietato la vendita di prodotti di entrambe le compagnie nelle basi militari statunitensi.

Nel mondo occidentale la conoscono come ‘Sabrina’ o ‘Cathy’, in Cina come la ‘Principessa di Huawei’, Meng Wanzhou direttore finanziario e figlia del tycoon del colosso di Tlc, Ren Zhengfei, è considerata la donna più potente del settore tecnologico cinese. Quarantasei anni, laureata all’Università di Huazhong di Scienze e Tecnologie, è prima figlia dell’ex vicedirettore del genio militare cinese che, nella seconda parte della sua vita, decide di fondare Huawei, creando un colosso mondiale delle tlc che oggi detiene la seconda più grande fetta del mercato mondiale degli smartphone. Una vita avvolta dal riserbo, l’arresto di Wanzhou in Canada su richiesta degli Usa ha già fatto crollare le Borse asiatiche ed è destinato a rinnovare le tensioni sull’asse Usa-Cina, dopo la tregua sui dazi commerciali. Oltre 20 anni in Huawei, Sabrina o Cathy avrebbe tutti i numeri per succedere al padre il quale tuttavia ha spesso detto che nessuno dei figli sarebbe in grado di prendere il suo posto. Entrata in Huawei a 21 anni (nel 1993), Wanzhou è stata promossa a direttore finanziario di Huawei nel 2018. Come tradizione delle élite cinesi utilizza il cognome della madre, Meng Jun, così come il fratello Meng Ping. Cognome diverso anche per la sorellastra, Annabel Yao, 21 anni, studentessa ad Harvard nei giorni scorsi tra le partecipanti del ballo delle debuttanti di Parigi.

Le prove di una connessione tra il colosso cinese delle telecomunicazioni e la Repubblica Islamica risalgono, secondo quanto scrive l’agenzia Reuters, al 2010, e coinvolgerebbero un gruppo delle telecomunicazioni di Hong Kong, Skycom Tech, nel cui consiglio di amministrazione sedeva, tra il 2008 e il 2009, la stessa Meng Wanzhou. All’inizio di quell’anno, il gruppo di base a Hong Kong si sarebbe offerto a Huawei per tentare di vendere attrezzature per computer Hewlett-Packard al più grande operatore di telefonia mobile iraniano, Mobile Telecommunication Company of Iran, in un affare dal valore complessivo di 1,3 miliardi di euro. L’inchiesta della Reuters, pubblicata a gennaio 2013, mirava a provare un coinvolgimento di Huawei e della stessa Cfo con il gruppo di Hong Kong e con l’Iran. I sospetti si sarebbero fatti più forti quando, sempre nel 2010, un gruppo londinese di intelligence finanziaria, la International Company Profile, aveva identificato Skycom Tech come “una sussidiaria di Huawei”. Anche se all’epoca Meng non era più tra i vertici del gruppo, i direttori di Skycom Tech che sono venuti dopo di lei avrebbero sempre intrattenuto buoni rapporti con il gigante delle telecomunicazioni cinese: uno di loro, Zhang Hongkai, secondo indagini del gruppo londinese sentito dalla Reuters, compariva nel 2009 come Ceo di Huawei in Iran sul sito web dell’Ambasciata Cinese a Teheran. A provare il collegamento tra Huawei e l’Iran nel tentativo di vendita di tecnologia Hewlett-Packard ci sarebbe anche un documento di tredici pagine, classificato come “Huawei confidential” e sul quale compare il logo del gruppo di Shenzhen.

 

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