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La Commissione chiede di portare avanti le azioni svolte per debellare la tratta di esseri umani

La Commissione chiede di portare avanti le azioni svolte per debellare la tratta di esseri umani

La Commissione europea presenta oggi la seconda relazione sui progressi compiuti nella lotta alla tratta di esseri umani. K metro 0 – Bruxelles – Facendo un bilancio delle misure prese dal 2015, la relazione evidenzia le principali tendenze nella tratta degli esseri umani e delinea le restanti sfide che l’UE e gli Stati membri devono affrontare

La Commissione europea presenta oggi la seconda relazione sui progressi compiuti nella lotta alla tratta di esseri umani.

K metro 0 – Bruxelles – Facendo un bilancio delle misure prese dal 2015, la relazione evidenzia le principali tendenze nella tratta degli esseri umani e delinea le restanti sfide che l’UE e gli Stati membri devono affrontare in via prioritaria.

Dimitris Avramopoulos, Commissario europeo per la Migrazione, gli affari interni e la cittadinanza, ha dichiarato: “La relazione presentata oggi mostra come solo agendo insieme potremo difenderci dalla tratta degli esseri umani e, alla fine, prevenirla. Nonostante i progressi compiuti in alcuni ambiti, vi è la necessità imperativa di mettere fine alla cultura dell’impunità per chi commette reati ed abusi. Le ampie informazioni sulle prassi nazionali e transnazionali contenute nella relazione mostrano la strada da seguire, e la Commissione è pronta a fornire il proprio sostegno in ogni modo”.

Myria Vassiliadou, coordinatore anti-tratta dell’UE, ha dichiarato: “Le conclusioni di questa seconda relazione sono incoraggianti ma al tempo stesso preoccupanti. Sono stati compiuti grossi passi avanti, ma il nostro obiettivo finale deve rimanere quello di debellare questo reato. Lo dobbiamo alle vittime. Disponiamo, a livello dell’UE, di un’ampia serie di strumenti pronti per l’attuazione, per garantire che nessuna vittima resti invisibile.”

Dalla relazione emerge che nel periodo 2015-2016 20 532 persone fra uomini, donne e bambini sono state registrate come vittime della tratta nell’UE. È probabile tuttavia che il numero reale sia considerevolmente superiore, poiché molte vittime non vengono individuate. Le donne e le ragazze continuano ad essere le più vulnerabili alla tratta (68%), mentre i minori rappresentano il 23% delle vittime registrate. La tratta a fini di sfruttamento sessuale resta la forma più diffusa (56%), seguita dalla tratta a scopo di sfruttamento del lavoro (26%). Il numero di azioni penali e di condanne è basso: sono state segnalate 5 979 azioni penali e 2 927 condanne, e solo 18 condanne per l’utilizzo consapevole di servizi forniti dalle vittime. La relazione evidenzia anche un aumento del fenomeno all’interno degli Stati membri e la tratta di vittime giovani e di persone con disabilità. Viene inoltre osservato l’uso di Internet e dei media sociali per reclutare le vittime e l’accresciuto rischio di tratta nel contesto della migrazione.

Se si sono registrati alcuni miglioramenti, in particolare in relazione alla cooperazione transfrontaliera (dimostrati dagli sforzi comuni di Europol ed Eurojust), il fenomeno continua ad evolvere. La Commissione delinea di conseguenza una serie di ambiti prioritari affinché gli Stati membri possano contrastare efficacemente la tratta di esseri umani:

 miglioramento nella raccolta dei dati – Gli Stati membri dovrebbero affinare l’annotazione e la registrazione dei dati, in particolare per quanto riguarda il genere, l’età, le forme di sfruttamento, la cittadinanza delle vittime e dei responsabili, così come per quanto riguarda l’assistenza e la protezione;

lotta contro la cultura dell’impunità – L’UE consente già l’incriminazione di coloro che utilizzano consapevolmente i servizi forniti dalle vittime della tratta, e la Commissione incoraggia gli Stati membri a recepire tali norme nel diritto interno;

promozione di una risposta coordinata – Gli Stati membri dovrebbero continuare a rafforzare l’applicazione transnazionale della legge e la cooperazione giudiziaria, promuovendo al tempo stesso la cooperazione con i paesi terzi;

garanzia che le vittime abbiano accesso alla giustizia – Gli Stati membri sono incoraggiati a dare attuazione alla legislazione nazionale predisponendo strumenti per l’identificazione precoce delle vittime, che consentano alle vittime di accedere al risarcimento, e che promuovano un’adeguata formazione e sviluppo delle capacità di professionisti competenti.

Dalla pubblicazione della prima relazione sui progressi compiuti la Commissione ha adottato numerose misure per affrontare la tratta di esseri umani, e continuerà ad aiutare gli Stati membri nei loro sforzi, sia attraverso il sostegno finanziario che le misure operative.

Contesto

La tratta di esseri umani è una violazione dei diritti fondamentali ed è esplicitamente vietata dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea. La direttiva anti-tratta dell’UE, adottata nel 2011, ha introdotto in tale ambito un approccio incentrato sulle vittime, specifico per genere e sensibile all’aspetto dei minori, e ha stabilito solide norme relative alla protezione, all’assistenza e al sostegno delle vittime, così come alla prevenzione e al perseguimento del reato. La direttiva prevede che gli Stati membri debbano riferire al coordinatore anti-tratta dell’UE, che a sua volta contribuisce alla relazione presentata ogni due anni dalla Commissione sui progressi compiuti.

Il 4 dicembre 2017 la Commissione ha pubblicato una comunicazione che delinea le sue azioni prioritarie per combattere la tratta di esseri umani. La relazione di oggi contiene un aggiornamento delle azioni intraprese a seguito di tale comunicazione, e i suoi risultati saranno presi in considerazione nell’attuazione futura della comunicazione. La relazione odierna contiene inoltre un aggiornamento sull’applicazione delle norme dell’UE relative al titolo di soggiorno da rilasciare alle vittime della tratta di esseri umani (direttiva 2004/81/CE).

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