K metro 0 – Lazio – Giornaliste, donne impegnate nel sociale e nella medicina, medaglie d’oro dello sport, atlete para olimpiche e avvocatesse: sono state loro le 16 protagoniste de “Le quattro Regine”, sfilata di abiti da sposa storici (dagli anni 50 agli anni ’90) restaurati dalle ragazze del Centro Anti-violenza “Marie Anne Erize”, che dal 2011 lavora, a Roma,
K metro 0 – Lazio – Giornaliste, donne impegnate nel sociale e nella medicina, medaglie d’oro dello sport, atlete para olimpiche e avvocatesse: sono state loro le 16 protagoniste de “Le quattro Regine”, sfilata di abiti da sposa storici (dagli anni 50 agli anni ’90) restaurati dalle ragazze del Centro Anti-violenza “Marie Anne Erize”, che dal 2011 lavora, a Roma, per il sostegno, l’ascolto e il reinserimento lavorativo e sociale delle donne vittime di violenze e dei loro figli. A fare da cornice all’evento, è stato un luogo simbolo per la bellezza professionale: l’”Accademia L’Oréal” a Roma, in Piazza Mignanelli, nei pressi di Piazza di Spagna; in concomitanza con la Giornata internazionale contro la Violenza sulle Donne.
La sfilata, in collaborazione anche con l’associazione “Roma BPA – Mamma Roma e i suoi figli migliori”, ha segnato anche l’inizio d’ una collaborazione tra il Centro e Orazio Anelli, hairstylist romano partner di L’Oreal: al quale è stata anche affidata la preparazione delle modelle d’eccezione Il sodalizio con Anelli proseguirà: per i prossimi 12 mesi: due delle ragazze ospiti del Centro Marie Anne Erize potranno frequentare gratuitamente i corsi di formazione professionale per parrucchieri della sua Accademia (col rilascio, al termine, d’ un diploma privato, attestante l’avvenuto corso di formazione professionale).
Le “modelle per un giorno” della sfilata “Le quattro Regine” hanno interpretato i vari aspetti della femminilità di 4 donne famose, 4 regine che hanno avuto un ruolo essenziale di cambiamento nel pensiero e nei costumi. Da Claudia Cardinale, col celebre ballo del “Gattopardo”, a Madonna, regina del pop e del trasformismo, da Mary Quant, promotrice, con la minigonna. d’una vera e propria rivoluzione culturale, a Tilda Swindon, l’attrice britannica già “musa”, a suo tempo, di Derek Jarman, col suo look androgino.
La sfilata, inoltre, ha voluto raccontare l’importanza del lavoro della “sartoria solidale” del Centro antiviolenza: che, nato nel 2011 a Tor Bella Monaca, per anni ha svolto – a maggior ragione in un quartiere degradato, con consistenti sacche di disagio sociale – un’ importante attività di assistenza psicologica e psicoterapeutica e di riavviamento al lavoro, con la collaborazione di professionisti qualificati, a favore di donne vittime di violenze e , più in generale, dei cittadini dell’ VIII Municipio romano. Strumento principale, la sartoria. Il Centro è intitolato alla memoria di Marie Anne Erize, giovane attivista argentina per i diritti umani, modella di professione, uccisa in Argentina nella repressione a 360 gradi scatenata, nel ’76, dai militari autori del golpe del 24 marzo contro Isabelita Peron. Dopo varie vicissitudini, il Centro è riuscito ultimamente a trovare una nuova sede usufruendo – grazie al Tribunale di Roma – d’un immobile tra quelli confiscati alla criminalità organizzata e destinati ad uso sociale.
Lo show è stato condotto dalla Presidente del centro antiviolenza, Stefania Catallo, e da Tatiana Zucconi, counselor impegnata in campo sociale; è intervenuto anche Francesco Florenzano, Presidente dell’UPTER, Università Popolare della Terza Età di Roma. Sono stati esposti anche 4 abiti da sposa che gli artisti Gojo, Hoek, Teddy Killer e Lilly Meraviglia, esponenti della Street art, hanno decorato rendendoli vere e proprie opere d’arte.
“Tutto creato in assoluta gratuità e facendo rete con altre realtà femminili”, precisa Stefania Catallo; “Siamo state orgogliose di presentare questo progetto con Orazio Anelli durante la nostra sfilata, e di farlo in una delle più importanti accademie della bellezza professionale in Italia. Tutti gli abiti – donati quasi tutti da donne che hanno avuto esperienze traumatiche di violenze nel contesto familiare – sono stati restaurati dalle nostre ex -utenti, che in questo modo hanno avuto la possibilità di ricucire le proprie vite e cercare possibilità d’ inserimento professionale”.
di Fabrizio Federici