“Ecosistema digitale”, “borghesia mafiosa”, “breveterminismo”, “interconnessione multidisciplinare”: le parole chiave della Conferenza Nazionale K metro 0 – Napoli – Oltre cinquecento i partecipanti alla Conferenza Nazionale su Sicurezza e Legalità organizzata dalla Regione Campania, dalla Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo e dall’Eurispes che si è tenuta a Napoli dal 16 al 18 novembre. Un “vertice”
“Ecosistema digitale”, “borghesia mafiosa”, “breveterminismo”, “interconnessione multidisciplinare”: le parole chiave della Conferenza Nazionale
K metro 0 – Napoli – Oltre cinquecento i partecipanti alla Conferenza Nazionale su Sicurezza e Legalità organizzata dalla Regione Campania, dalla Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo e dall’Eurispes che si è tenuta a Napoli dal 16 al 18 novembre. Un “vertice” interdisciplinare, il più approfondito e ampio mai realizzato, che, grazie al contributo di 85 relatori di livello internazionale, ha analizzato e declinato il macro-tema della sicurezza, attraverso le riflessioni e le proposte di otto tavoli tematici: “Beni confiscati”, “Ambiente e Territorio”, “Sicurezza urbana e Tutela penale”, “Criminalità organizzata: infiltrazione nell’economia legale”, “Terrorismo”, “Immigrazione e Tratta degli esseri umani”, “Cyber-Security”, “Dipendenze, Sicurezza e Società”.
Durante le tre giornate di lavoro è stato studiato quello che tutte le statistiche e le rilevazioni identificano come uno dei temi centrali per la vita dei cittadini; da tempo ormai in cima all’agenda politica, alle strategie del consenso e al centro dell’attenzione mediatica. Dal lavoro degli esperti sono emerse non soltanto analisi e riflessioni approfondite, ma vere e proprie proposte.
Riflessioni e proposte
In particolare, il tavolo su “Beni Confiscati”, coordinato da Maria Vittoria De Simone, Sostituto Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, sul tema di grande attualità della vendita ai privati dei beni confiscati, prevista dal Decreto Sicurezza, ha espresso «condivisione sull’esigenza di procedere alla vendita come ipotesi residuale e con esclusione dei beni di particolare valore simbolico, per i quali, invece, è auspicabile un intervento dello Stato. L’ipotesi residuale è peraltro già prevista dalla normativa, quel che è mutato è l’estensione delle categorie di possibili acquirenti, non più solo Enti pubblici». È stato specificato poi che «nel 2018, su 3.000 beni lavorati pronti per la destinazione, solo per 2.000 vi è stata una manifestazione di interesse».
Il tavolo ha espresso, inoltre, delle proposte sul ruolo dell’amministratore giudiziario, auspicando la «costituzione di un nucleo specializzato di polizia a supporto dell’amministratore giudiziario» e di un «elenco o albo di esperti a supporto della sua attività».
Molto seguito dal pubblico, composto da studiosi, tecnici, addetti ai lavori e studenti, il tavolo su “Ambiente e Territorio”, coordinato da Giancarlo Caselli, magistrato e Presidente dell’Osservatorio sulle Agromafie Eurispes/Coldiretti. Il tavolo ha messo in evidenza «l’assoluta esigenza di una nuova normativa in materia di reati agroalimentari, poiché quella vigente è inadeguata, obsoleta e controproducente, rischiando addirittura di incentivare gli illeciti. Le falle della normativa, di fatto, favoriscono l’inserimento nella filiera anche delle mafie. Senza una riforma continueranno ad essere prevaricate la sicurezza alimentare dei consumatori insieme alle esigenze della produzione virtuosa». Proposte concrete sono arrivate anche dal tavolo “Sicurezza urbana e tutela penale”, coordinato da Antonello Perillo, Caporedattore Responsabile Tgr Rai Campania. In particolare, gli studiosi e gli investigatori hanno fatto emergere l’esigenza di «una maggiore sinergia e di un maggior dialogo tra tutte le Istituzioni che, a vario titolo, e in base alle proprie competenze, sono chiamate a tutelare i cittadini. Bisogna fare rete, fare sistema, sia in fase di prevenzione che di contrasto dei fenomeni delinquenziali». Sul versante del contrasto una risposta concreta potrebbe arrivare dall’istituzione di una “Centrale Unica per la Sicurezza” che veda al fianco di Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza, da una parte il supporto degli operatori dei principali istituti di vigilanza, dall’altra la partecipazione di Protezione Civile, Vigili del Fuoco, operatori sanitari e comuni.
Per quanto riguarda il tavolo su “Immigrazione e Tratta degli esseri umani”, coordinato da Marco Ricceri, Segretario Generale dell’Eurispes, gli esperti, dopo aver identificato la natura del processo migratorio, come fenomeno non congiunturale ma strutturale e originato da molteplici fattori, hanno lanciato, attraverso le esperienze di ciascuno, alcuni interessanti contributi a partire dall’esigenza di incentivare una «corretta comunicazione del fenomeno da parte della stampa»; è stata segnalata la necessità di «rendere più agevole e veloce il sistema di regolazione» di chi arriva nei nostri paesi, «creare canali di ingresso legali per ridurre i flussi illegali», promuovere una «iniziativa internazionale contro la tratta di esseri umani per modificare lo statuto della Corte Penale Internazionale e introdurre il crimine della tratta di esseri umani».
Il tavolo su “Criminalità organizzata: infiltrazione nell’economia legale”, coordinata da Giovanni Russo, Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo Aggiunto, dopo aver osservato in modo unanime che «per esserci infiltrazione deve esserci permeabilità del terreno» e che «la mafia ha poggiato la pistola sul comodino usando il suo potere economico per occupare mercati e falsare l’economia», ha coniato il termine di “borghesia mafiosa” e “interclassismo delle mafie” per alludere al concetto che il mafioso non è più il soggetto emarginato ma un vero professionista. Partendo da questi presupposti, è emersa la necessità di «istituire una banca dati in cui vengano raccolte le informazioni non solo dei vincitori delle gare per gli appalti, ma anche dei partecipanti, con uno sguardo a tutti gli operatori che di volta in volta assemblano il cartello». È stata poi sottolineata la necessità di continuare a «colpire le associazioni criminali di stampo mafioso, attaccando i loro patrimoni».
Il tavolo “Dipendenze, Sicurezza e Società”, coordinato da Roberta Pacifici, Direttore del Centro Nazionale Dipendenze e Doping dell’Istituto Superiore di Sanità, ha evidenziato che poco meno di 4 milioni di persone hanno consumato almeno una sostanza illegale nel corso dell’ultimo anno e a dominare, in termini di consumo, è stata la cannabis, seguita dalla cocaina. Secondo gli esperti, «ogni nuovo metodo di contrasto o di intervento, dovrà basarsi su una maggiore collaborazione multidisciplinare, anche a livello internazionale. Una maggiore cooperazione, quindi, tra tutte le Autorità giudiziarie, specialmente in riferimento a indagini relative ai proventi illeciti. Servono memorandum d’intesa operativa che leghino le Forze di polizia al fine di impiantare relazione agili e durature per semplificare le indagini e contrastare più efficacemente le organizzazioni criminali. Al tempo stesso, le Polizie dovranno aggiornarsi e specializzarsi in un’azione di infiltrazione nel livello finanziario del narcotraffico».
Il tavolo sul “Terrorismo”, coordinato da Andrea Margelletti, Presidenti del Ce.Si – Centro Studi Internazionali, ha sottolineato come il nostro Paese abbia «da sempre assunto un ruolo guida importante improntato alla ricerca di strumenti organizzativi e normativi finalizzati tanto alla prevenzione quanto al contrasto di tale fenomeno». Ma pure essendo evidente come tra i paesi occidentali, l’Italia sia stata quella meno colpita dal terrorismo di matrice islamica, ciò non deve indurre a ritenere il nostro territorio esente dal rischio di infiltrazioni terroristiche.
Innovativo e in grado di attraversare trasversalmente tutte le tematiche affrontate, il tavolo su “Cyber Security”, coordinato da Roberto De Vita, Presidente dell’Osservatorio Cyber Security dell’Eurispes. Il tavolo, utilizzando la definizione di “ecosistema digitale”, ha affrontato il tema nelle varie declinazioni, spaziando dall’analisi dei fenomeni, degli scenari attuali e della realtà normativa e tecnica/tecnologica per giungere alle prospettive sul futuro: da tema apparentemente tecnico a questione centrale inerente la democrazia, l’economia, la società e i diritti fondamentali.
I commenti
Il Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, Cafiero De Raho, ha concluso i lavori spiegando: «Il tema del cyber security e della regolazione dei comportamenti in Rete è stato uno dei temi che ha maggiormente aggregato l’interesse dei relatori e dei partecipanti: il web è fonte di cultura e di informazione, ma anche terreno di illiceità e campo delle più estreme contraddizioni. Ritengo che chi comunica attraverso il web debba poter essere identificato. Altro argomento di estremo interesse è stato quello della sicurezza urbana, fronte decisivo attraverso il quale si alimentano l’insicurezza e la paura dei cittadini».
A proposito di sicurezza urbana, il Presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca ha commentato: «Si tratta di un tema essenziale per poter affrontare le altre grandi questioni: è, infatti, su questo campo che si costruisce la riserva di consenso dei cittadini, anche in relazione a politiche difficili da proporre e da attuare. È ormai necessaria una modifica radicale delle norme penali che garantiscono la sicurezza urbana: dall’abusivismo, all’accattonaggio, dall’occupazione abusiva di pezzi di territorio ai furti, allo sfruttamento della prostituzione. Di fronte a questi reati, lo Stato è disarmato. Occorre concentrare l’impegno della politica su questo fronte».
Il Presidente dell’Eurispes, Gian Maria Fara ha commentato: «Il lavoro che abbiamo fatto è stato caratterizzato da un approccio multidisciplinare e dal rifiuto delle semplificazioni: siamo riusciti a mettere insieme culture, competenze, professionalità diverse e declinare i temi della sicurezza attraverso il contributo di sociologi, economisti, rappresentanti delle Forze dell’ordine, magistrati, antropologi, manager. Sul fronte operativo, in particolare per quanto riguarda il tema della penetrazione criminale nell’economia, le nostre proposte sono: gli assegnatari di appalti pubblici devono consegnare nei tempi prestabiliti le opere chiavi in mano; eliminare il subappalto, impedire le gare al massimo ribasso». Fara ha aggiunto: «In generale, credo sia indispensabile ricominciare a guardare al futuro, a progettare per creare sviluppo a medio e lungo termine; la nostra politica è malata di “breveterminismo”, alla ricerca costante del consenso immediato».