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Draghi: se un paese sfida l’Ue sale lo spread

Draghi: se un paese sfida l’Ue sale lo spread

Draghi, sfida, Europa, spread, European Banking, Italia K metro 0 – Francoforte – Durante il suo intervento all’European Banking Congress a Francoforte, il presidente della Bce, Mario Draghi, ha detto: “La mancanza di un consolidamento dei conti pubblici nei paesi ad alto debito pubblico aumenta la loro vulnerabilità agli shock, indipendentemente dal fatto che questi shock

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K metro 0 – Francoforte – Durante il suo intervento all’European Banking Congress a Francoforte, il presidente della Bce, Mario Draghi, ha detto: “La mancanza di un consolidamento dei conti pubblici nei paesi ad alto debito pubblico aumenta la loro vulnerabilità agli shock, indipendentemente dal fatto che questi shock siano prodotti autonomamente mettendo in questione le regole dell’architettura dell’UE o che arrivino attraverso un contagio. Per proteggere le famiglie e le imprese dall’aumento dei tassi di interesse, i paesi ad alto debito non dovrebbero aumentare ulteriormente il loro debito e tutti i paesi dovrebbero rispettare le regole dell’Unione Europa. Finora, l’aumento degli spread dei titoli sovrani è stato per lo più limitato al primo caso e il contagio tra i paesi è stato limitato. Questi sviluppi si traducono in condizioni più restrittive per i finanziamenti bancari all’economia reale. Ad oggi, sebbene si verifichi qualche ripercussione sui prestiti bancari in cui l’aumento degli spread è stato più significativo, i costi complessivi per i finanziamenti bancari rimangono vicini ai minimi storici nella maggior parte dei paesi, grazie ad una base di depositi stabili”.Il presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi,  ha avvertito nuovamente i paesi ad alto debito: se aumentano ulteriormente il loro debito, lo spread sale. Con un riferimento implicito all’Italia, Draghi ha detto: “In alcuni Paesi riflette la sfida alle regole di bilancio comuni. Anche se i rischi appaiono ancora bilanciati, e la frenata della crescita nell’Euro zona è normale e non prelude a una improvvisa interruzione, la Bce dovrà monitorare attentamente i rischi posti dalla ‘guerra dei dazi’ e l’inflazione di base deve ancora mostrare una tendenza al rialzo convincente”.

Si avverte un cambio di tono del presidente della Bce che potrebbe avere ripercussioni sulle prossime mosse di politica monetaria, con l’uscita dal Qe programmata a fine dicembre e un ipotizzabile rialzo dei tassi atteso per il prossimo autunno.

Il presidente della Bce ha aggiunto: “Se i dati in arrivo confermeranno la convergenza verso gli obiettivi, la Bce procederà come stabilito. Ma il consiglio ha anche notato che le incertezze sono aumentate e dunque a dicembre, con le nuove previsioni disponibili, saremo più in grado di fare una piena valutazione”.

Lunedì prossimo ci sarà una riunione straordinaria dell’Eurogruppo dedicata alle proposte di riforma dell’Eurozona.  Nella riunione, con inizio alle ore 11 per terminare in serata, non si discuterà della manovra finanziaria italiana, di cui però si parlerà, senza dubbio, a margine della riunione. Della questione italiana se ne occuperà, molto probabilmente, l’Eurogruppo successivo, previsto il 3 dicembre, sempre a Bruxelles.

Lo ha confermato oggi a Bruxelles una fonte Ue qualificata che ha detto: “Senza dubbio si parlerà di Italia a margine dell’Eurogruppo, ma non nella riunione dei ministri delle Finanze, perché non è  in programma. Penso che l’Italia tornerà sul tavolo nella riunione del 3 dicembre, quando l’Eurogruppo avrà a disposizione il pacchetto delle opinioni della Commissione sui documenti programmatici di bilancio, che potrebbe anche comprendere qualcosa sulla procedura per deficit eccessivo”.

Il governo italiano continua a difendere la manovra ed insiste nei tentativi di rabbonimento della Commissione Ue.  Luigi Di Maio, a margine del tavolo sulla Pernigotti, ha affermato: “Quando Austria e Olanda ci chiedono di rispettare tutte le regole, chiedono una manovra lacrime e sangue che è esattamente l’opposto di quanto ci hanno chiesto gli italiani il 4 marzo. Noi andiamo avanti perché l’alternativa è massacrare ancora di più i pensionati, massacrare ancora di più disoccupati e massacrare ancora di più le imprese. L’alternativa non può essere questa”.

Il ministro del Tesoro, Giovanni Tria, intervenendo da Padova alla presentazione del rapporto annuale della Fondazione Nord Est, ha detto: “L’Europa siamo noi e lo sarà anche di più se dialoghiamo con convinzione per definire al strategia per governare le transizioni, sulle quali la nostra manovra offre una risposta diversa dal passato, ma non meno solida e meno credibile”.

Il premier Giuseppe Conte, rispondendo ai cronisti ad Abu Dhabi, ha spiegato: “Con il presidente della commissione Ue, Jean Claude Juncker, parlerò perché non si avvii una procedura d’infrazione non per modulare la sua applicazione”.  Conte, a inizio settimana sentirà Juncker per concordare, successivamente un faccia a faccia.

Intanto lo spread ha superato 311 punti base e certamente già ‘costa lacrime e sangue’ agli italiani a prescindere dalle decisioni dell’Ue.

di Salvatore Rondello

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