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A Vienna una vetrina per le aziende di Amatrice

A Vienna una vetrina per le aziende di Amatrice

K metro 0 – Vienna – L’ambasciata d’Italia e Vienna ha aperto le sale di Palazzo Metternich per ospitare alcune aziende agricole, prevalentemente provenienti dalla zona di Amatrice, che hanno potuto presentare le loro produzioni di eccellenza alla stampa professionale austriaca e a operatori del settore. Grazie anche al coinvolgimento con l’Agenzia Ice è stata

K metro 0 – Vienna – L’ambasciata d’Italia e Vienna ha aperto le sale di Palazzo Metternich per ospitare alcune aziende agricole, prevalentemente provenienti dalla zona di Amatrice, che hanno potuto presentare le loro produzioni di eccellenza alla stampa professionale austriaca e a operatori del settore.

Grazie anche al coinvolgimento con l’Agenzia Ice è stata così organizzata questa serata di solidarietà con le zone dell’Italia centrale colpite dal terremoto che ancora stanno cercando di rilanciarsi dopo la tragedia. Tra le produzioni presentate formaggi, salumi, vini, olio di oliva, confetture che grazie alla loro altà qualità possono essere interessanti per il mercato austriaco. La manifestazione è stata organizzata all’interno del piano straordinario ‘Vivere all’Italiana’.

Palazzo Metternich

Tra le sedi diplomatiche italiane di maggior prestigio, sia per l’interesse storico dell’edificio che per la ricchezza dell’arredo interno, va certamente compresa l’Ambasciata di Vienna. Essa è situata in Palazzo Metternich, nell’edificio già di proprietà del Gran Cancelliere, Principe Klemens Wenzel Lothar von Metternich-Winneburg (nato a Coblenza il 15-5-1773).

Il Palazzo, che si affaccia sul Rennweg al n.27, III distretto, nella zona del Belvedere, ed è dominato di fronte dalla cupola della chiesa delle Salesiane, fu l’ultimo, in ordine di tempo, tra gli edifici che sorsero sulla vasta area un tempo proprietà di Metternich. La vasta proprietà insieme ad una costruzione semplice con corpo articolato e tetto a spioventi venne ereditato dal Metternich nel 1797 alla morte del proprio suocero conte Ernst Christoph von Kaunitz-Rietberg.

La villa fu completamente ristrutturata nel 1835 e ampliata nel 1837 per contenere le numerose opere d’arte che il principe raccoglieva.

Il 13 marzo 1848, mentre la costruzione del nuovo palazzo era in via di compimento convenne sul Rennweg davanti al giardino una gran folla di dimostranti, alcuni dei quali penetrarono nella villa danneggiandola seriamente. Il principe Metternich fu costretto alla fuga raggiungendo attraverso la Germania e l’Olanda, l’Inghilterra e successivamente il Belgio.

Il Palazzo, che insieme con la villa era stato seriamente danneggiato durante la rivoluzione fu riadattato e portato a termine dai familiari, così che Metternich, quando su permesso di Francesco Giuseppe potè rientrare dall’esilio nel settembre 1851, vi si stabili definitivamente fino alla morte, sopravvenuta a 86 anni l’ll giugno 1859.

Nel 1873, la proprietà Metternich fu lottizzata e la villa venne demolita per le difficoltà finanziarie della famiglia a seguito del crollo in borsa. Nel 1906 intanto il patrimonio, ormai del tutto compromesso, fu sottoposto a sequestro conservativo e nel 1908 si giunse alla vendita all’Italia del palazzo spogliato del mobilio e delle opere d’arte, ad eccezione dell’arredo incorporato nei muri (rivestimenti lignei, caminetti, specchiere fisse ecc.).

Il palazzo fu acquistato dal Governo italiano per trasferirvi la Residenza e la Cancelleria dell’Ambasciata presso la Corte asburgica fino ad allora situate in Palazzo Palffy. L’atto di compravendita al prezzo di un milione di corone austriache, fu firmato dal Margravio Alessandro Pallavicini, in qualità di tutore del principe Klemens Lothar von Metternich – Winneburg pronipote del Gran Cancelliere e dal duca Giuseppe Avarna di Gualtieri, ambasciatore del Re d’Italia a Vienna. Nel 1910, quando già quindi il Palazzo era passato all’Italia fu attuato un ampliamento nella parte est con il prolungamento del lato breve verso il giardino, ad opera dello studio De Toma e Hechtl, trasformando la pianta rettangolare in pianta a L.II corpo aggiunto fu voluto per dotare l’Ambasciata, che, come si è detto, originariamente disponeva solo di locali di dimensioni ridotte, di un salone da ballo secondo la moda del tempo.

Dopo l’acquisto da parte italiana venne anche interamente rinnovato nel 1969, il secondo piano. Nonostante le modifiche interne subite dall’edificio, gli stucchi dei soffitti delle sale del piano nobile sono ancora in parte quelli originali della metà dell’Ottocento. Al momento dell’acquisto esisteva all’interno del Palazzo anche una cappella. Il Palazzo Metternich venne chiuso nel maggio 1915 a seguito della dichiarazione di guerra all’Austria da parte dell’Italia. Durante il nazismo, chiusa l’Ambasciata, il Palazzo ospitò dapprima la Legazione e successivamente il Consolato Generale d’Italia. Con l’assedio di Vienna da parte dei Russi, vennero distrutte dai bombardamenti l’ambasciata sovietica e tedesca a soli duecento metri di distanza, mentre palazzo Metternich subì soltanto lievissimi danni, andò invece quasi totalmente disperso l’archivio della Rappresentanza.

Nel 1946 il palazzo viene restituito all’Italia. Ritrasformato da Legazione in Ambasciata, la Missione Diplomatica Italiana ha seguito e continua a seguire da qui le vicende austriache che hanno prima ridato all’Austria la sua totale indipendenza nel 1955 e che poi l’hanno portata ad essere quella nazione che conosciamo oggi, unita all’Italia da profondi rapporti di collaborazione ed amicizia e da comuni sensibilità europeistiche, così come dall’amore per l’arte e la cultura.

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