K metro 0 – Palermo – La Conferenza internazionale sulla Libia organizzata dall’Italia a Palermo il 12 e il 13 novembre prossimi potrebbe essere la svolta decisiva per risolvere la crisi libica. «E’ di sicuro un banco di prova fondamentale per il nostro paese – ha detto a Kmetro0 il senatore Giovanbattista Fazzolari, membro della
K metro 0 – Palermo – La Conferenza internazionale sulla Libia organizzata dall’Italia a Palermo il 12 e il 13 novembre prossimi potrebbe essere la svolta decisiva per risolvere la crisi libica. «E’ di sicuro un banco di prova fondamentale per il nostro paese – ha detto a Kmetro0 il senatore Giovanbattista Fazzolari, membro della 14esima Commissione permanente delle Politiche dell’Unione europea -. Sarebbe una vera e propria sconfitta democratica per noi se non fosse andata in porto».
Nei giorni scorsi non era ancora sicura difatti la presenza del generale Khalifa Belqasim Haftar (uomo forte della Cirenaica, comandante dell’Esercito Nazionale Libico), che si è incontrato con il nostro premier Giuseppe Conte lo scorso 28 ottobre a Roma, e ha confermato in quell’occasione la sua partecipazione e disponibilità a un confronto all’atteso meeting. Senza il generale a Palermo era difatti in dubbio anche la presenza di molti esponenti di primo piano, con conseguente naufragio dell’evento. Che, non sembra più messo in discussione.
Di recente aveva aderito anche Fayez al Sarraj, capo del governo di Accordo nazionale, sollecitato dall’Onu e dalla comunità internazionale. Merkel ha confermato che ci sarà, mentre non dovrebbe esserci Putin. Perché è così importante la partecipazione dei principali attori libici e dei soggetti internazionali? Per sostenere le condizioni di sicurezza e di sviluppo economico, e una vera unificazione in linea con quanto si aspetta il popolo libico. La conferenza internazionale annuncia comunque forti contrasti fra l’Italia e la Francia.
«Ristabilire la priorità nel dialogo con la Libia è stata una decisione davvero sensata dell’Italia – riprende Fazzolari – scavalcando la Francia, alleato storico europeo. Dal governo Monti in poi abbiamo avuto difatti tutti governi protetti dal contesto europeo, soprattutto Francia e Germania, ma quando qualcuno ti protegge devi dargli qualcosa in cambio. E l’Italia ha così rivestito un debole ruolo in Europa in quel periodo. Dal 2011, infatti, quando è scoppiata la guerra in Libia, l’Italia è stata messa da parte e la Francia ha fatto di tutto per sostituirsi a noi». Nella Conferenza internazionale di Palermo, s’incontreranno l’Italia e la Francia che puntano a diventare l’interlocutore privilegiato di un paese strategico per quanto riguarda le fonti di approvvigionamento energetico. L’Italia è, in definitiva, dalla parte del governo riconosciuto, mentre la Francia ha coltivato rapporti più stretti con il generale Haftar, che riveste un rilevante ruolo militare. «L’Italia è così più influente in Tripolitania, mentre i transalpini lo sono nel governo cirenaico di Tobruk». Ma non è finita. «Qualche settimana fa c’è stata un’offensiva militare contro Tripoli da fazioni che dichiaravano di essere vicini al generale Haftar, e sembrava il tentativo di respingere le forze al governo di Tripoli proprio a ridosso della conferenza internazionale di Palermo. Noi di Fratelli d’Italia abbiamo dichiarato apertamente che c’è il fondato sospetto che dietro quest’operazione ci sia la Francia».