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Olly Robbins: il vero volto della Brexit

Olly Robbins: il vero volto della Brexit

K metro 0 – London – Nel clima della Brexit, non ancora completamente definito, dietro al volto ufficiale della premier Theresa May c’è un personaggio sulle cui spalle sembra pesare la maggior parte dei negoziati dell’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea: Olly Robbins. Già Segretario privato di Tony Blair all’età di 31 anni, poi Vice

K metro 0 – London – Nel clima della Brexit, non ancora completamente definito, dietro al volto ufficiale della premier Theresa May c’è un personaggio sulle cui spalle sembra pesare la maggior parte dei negoziati dell’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea: Olly Robbins.

Già Segretario privato di Tony Blair all’età di 31 anni, poi Vice consigliere della sicurezza nazionale per David Cameron (fu coinvolto in prima persona negli sforzi governativi per recuperare i file che Edward Snowden consegnò al The Guardian) e infine Segretario permanente del dipartimento per l’uscita dall’UE (DexEU: Department for Exiting the European Union), Robbins è oggi un uomo di 43 anni conosciuto negli ambienti politici europei per la sua tenacia, la passione per il suo lavoro e per la sua innata abilità nel trovare soluzioni diplomatiche nella separazione tra Regno Unito e Unione Europea.

Considerato uno degli iniziali “Magnifici otto” incaricati dei negoziati della Brexit (insieme a Michel Barnier, Sabine Weyand, Donald Tusk, Tim Barrow, Didier Seews, David Davis e Sarah Healey) Robbins è l’ideatore del piano Chequers, poi rifiutato dai negoziatori dell’Unione Europea, che avrebbe dovuto garantire una Brexit più morbida tra le varie parti coinvolte. Nonostante il rifiuto del piano Chequers, Robbins è stato tra i principali protagonisti del vertice informale europeo di Salisburgo del 17 ottobre scorso, dove tra l’altro si è parlato anche di temi legati all’immigrazione e alla sicurezza interna.

Solo pochi giorni fa Sabine Weyand, considerata il braccio destro del Capo negoziatore dell’UE per la separazione dal Regno Unito, Michel Barnier, e in costante contatto diplomatico con Olly Robbins, ha escluso la possibilità di arrivare a un accordo definitivo entro il 21 novembre. La data, infatti, era stata dichiarata da Dominic Raab come limite entro il quale giungere a un accordo definitivo. “…al momento attuale mi aspetto che il 21 novembre sarà (una data, ndr) adeguata” ha dichiarato infatti il Segretario di Stato per l’uscita dall’Unione europea “La conclusione è ora saldamente in vista e nonostante rimangano alcuni ostacoli, passarvi attraverso non è fuori dalle nostre possibilità. Abbiamo risolto la maggioranza dei problemi”.

Vero, perché, nonostante lo scenario dipindo dalla Weyand, sembra sia stato raggiunto almeno un accordo finanziario, con la Gran Bretagna e l’Unione Europea che avrebbero trovato un’intesa finanziaria per mantenere l’accesso britannico al mercato europeo anche in seguito alla Brexit (prevista, ricordiamo, per il 29 marzo 2019) dove, se il Regno Unito manterrà la sua regolamentazione finanziaria allineata a quella europea, l’UE continuerebbe a garantire alle aziende britanniche l’accesso ai mercati europei .

Quindi, nonostante John Kerr, parlando di Olly Robbins, abbia affermato che “La sua difficoltà più grande è che non è un esperto negoziatore internazionale e non ha conoscenza della scena di Bruxelles, dove è davvero utile sapere quali argomenti e analogie utilizzare, quali pulsanti premere e quali parti della storia bisogna ricordare” iniziano a diventare evidenti i risultati del costante lavoro diplomatico del Segretario permanente del DexEU, che è stato descritto dal Financial Times come “L’uomo che ha retto ogni giorno l’onere di negoziare la brexit” uno che “…ha l’incarico di assicurare una continuità nel disordine dei negoziati e di garantire che l’uscita dall’Unione Europea del Regno Unito non provochi danni all’economia britannica, come molti temono”.

di Emiliano Federico Caruso

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