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I Brics discutono a Roma dubbi e proposte della società civile italiana

I Brics discutono a Roma dubbi e proposte della società civile italiana

K metro 0 – Roma “L’evento di oggi potrebbe essere storico!”. Queste le parole conclusive di Marco Ricceri, Segretario Generale dell’Istituto EURISPES, che ieri ha moderato l’ultima sessione del terzo seminario BRICS nella storia di Roma, presso la sede della Società Italiana per l’Organizzazione Internazionale (SIOI). Organizzato dall’Ambasciata della Repubblica del Sud Africa a Roma,

K metro 0 – Roma “L’evento di oggi potrebbe essere storico!”. Queste le parole conclusive di Marco Ricceri, Segretario Generale dell’Istituto EURISPES, che ieri ha moderato l’ultima sessione del terzo seminario BRICS nella storia di Roma, presso la sede della Società Italiana per l’Organizzazione Internazionale (SIOI). Organizzato dall’Ambasciata della Repubblica del Sud Africa a Roma, in collaborazione con i sopracitati EURISPES e SIOI, con il Patrocinio delle Rete Italiana per il Dialogo Euromediterraneo (RIDE-APS) e della Rete italiana della Fondazione Anna Lindh (ALF), l’evento ha riunito i rappresentanti diplomatici dei cinque Paesi dell’organizzazione (Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa). I partecipanti hanno esposto e discusso i risultati dell’ultimo vertice BRICS, svolto a Johannesburg nel luglio del 2018, dove i cinque paesi hanno definito innovative tecniche di cooperazione internazionale ed elaborato proposte sullo sviluppo sostenibile all’avanguardia.

Il professore Franco Frattini, Presidente SIOI ed ex Ministro degli Affari Esteri, moderatore della prima sessione con gli Ambasciatori BRICS, preceduta dall’introduzione del Prof. Gian Maria Fara, Presidente dell’EURISPES,  ha sottolineato l’incalzante necessità di una più stringente cooperazione tra Stati, soprattutto alla luce delle ultime turbolenze politiche globali, evidenziando come i BRICS, con la propria attività, promuova in modo sostanziale la cooperazione, nell’ottica di una “well managed globalization”, auspicando un maggiore sforzo collaborativo da parte delle istituzioni europee, fin ora riluttanti al dialogo multilaterale con i BRICS.

Primo a parlare è stato il prof. Shirish M. Soni, Ambasciatore in Italia per il Sud Africa, paese invitato a unirsi ai BRIC nel 2010 e, Presidente del coordinamento internazionale dei BRICS per il 2018. Relativamente alle nuove aree di cooperazione per il Sud Africa, definite durante il decimo vertice, il diplomatico ha elencato diverse iniziative, come la creazione di un gruppo di lavoro BRICS  sulla quarta rivoluzione industriale, l’istituzione di un centro di ricerca per i vaccini sul territorio del Sud Africa e di una rete per lo sviluppo delle aree tecnico-scientifiche e delle piccole e medie imprese, nonché la creazione di un forum per le donne, alle quali l’ambasciatore ha riconosciuto un ruolo imprescindibile nella policy del Peacekeeping, area per la quale è stato creato un gruppo di lavoro ad hoc.

L’Ambasciatore cinese Ruiyu Li, che ha focalizzato il suo intervento sulle questioni di governance economica e finanziaria. Dalla Cina arriva infatti la proposta di rafforzare la partnership strategica e fissare la cornice delle attività di cooperazione dei c.d. “Three Main Drivers”: in primis una cooperazione economica trasparente e quanto più possibile inclusiva del regime di trading multilaterale che caratterizza la World Trade Organization (WTO), capace di opporsi alle recenti politiche di protezionismo; poi il dialogo diretto, e infine, gli scambi di idee, informazioni e know-how tra persone.

In rappresentanza del Brasile, l’Ambasciatore Antonio De Aguiar Patriota si è espresso sul tema del multilateralismo e della riforma dell’architettura della governance globale: in questo senso, i BRICS dovrebbero cercare di unificare gli sforzi, finora frammentati, a favore della cooperazione e  di proposte concrete e pragmatiche per la risoluzione di problemi globali, che possono produrre effetti tragici su vasta scala, quali il terrorismo o il cambiamento climatico, quest’ultimo oggetto anche dei 17 obiettivi dell’Agenda ONU 2030; inoltre, il diplomatico ha reso note alcune  priorità che i cinque Paesi hanno fissato per il 2019, tra cui la cooperazione finanziaria ed economica, campo in cui l’organizzazione ha raggiunto i maggiori successi (di cui la creazione della New Development Bank NDB è esempio evidente), e la cooperazione per il miglioramento della salute e della mobilità di beni commerciali e soprattutto di persone.

Dopo la conclusione di De Aguiar Patriota, Sergey Razov, Ambasciatore della Federazione Russa in Italia, ha introdotto Pavel Knyazev, Responsabile delle trattative BRICS per la Russia e Vicedirettore del dipartimento di programmazione delle politiche del Ministero degli Affari esteri di Russia. Knyazev ha esposto i punti focali del tema “Pace e sicurezza”, tra cui il fermo sostegno alla Carta delle Nazioni Unite, nonché alle norme e ai principi del diritto internazionale. I BRICS suggeriscono un’attività di peacebuilding attraverso le vie diplomatiche piuttosto che con interventi unilaterali, scoraggiano politiche di protezionismo e competizione anticoncorrenziale, così come l’utilizzo della forza come soluzione ai problemi internazionali.

Il primo panel è stato concluso dall’unica donna presente tra i relatori, la Vice-Capo Missione per l’India Gloria Gangte, che ha messo la luce i punti e gli obiettivi del tema della cooperazione diretta tra i popoli, sostenendo come sia necessario un approccio essenzialmente antropocentrico per uno sviluppo sostenibile e inclusivo, che lasci maggiore spazio ai giovani, come la proposta di creare, ad esempio, di un Young Diplomats Forum.

Alla seconda sessione hanno partecipato due esperti italiani, Dario Fabbri, docente SIOI e Consigliere scientifico di LIMES ed Enrico Molinaro, del Laboratorio sui BRICS di EURISPES, Segretario Generale RIDE-APS.

Il primo, commentando l’attività fin ora svolta dai BRICS, ha messo in luce alcuni problemi che dovrebbero essere affrontati, come il fatto che, nel settore dell’economia, i paesi BRICS tendono a convergere maggiormente verso la Cina, che in termini economici rappresenta il pilastro tra i cinque:  sulla base di questa premessa, quindi, il futuro dei BRICS sarà plasmato dai tentativi di bilanciamento tra  le esigenze dei paesi in via di sviluppo, come l’India, e le richiesta di mercato, prospettando un ruolo di guida dei BRICS per l’economia internazionale. Molinaro invece, ricollegandosi alle parole della Gangte sull’importanza che assume la civil society in tema di cooperazione, ha prospettato un ruolo propositivo di primo piano per l’Italia. Notevole successo ha riscosso l’idea di creare in modo stabile un Forum di ricerca e confronto Italia-BRICS, nella convinzione che l’Italia sia pronta a ricoprire il ruolo di “ponte” tra l’UE, il Mediterraneo e i BRICS, ruolo affidato alla RIDE-APS dall’Ambasciatore cinese presso la FAO Niu-Dun in occasione del primo seminario BRICS, organizzato a Roma il 15 luglio 2016. Molinaro ha evidenziato le parole-chiave di matrice westfaliana adottate ripetutamente nelle dichiarazioni BRICS di Ufa e Johannesburg come sovranità, multilateralismo, rispetto delle frontiere, e uguaglianza tra Stati, concludendo che il collante dell’organizzazione BRICS è stato finora il modello di identità collettiva statale-territoriale, opposto a quello di matrice glocalista.

I diplomatici BRICS presenti hanno espresso unanime fiducia nel coordinamento BRICS dal punto di vista organizzativo, politico, economico e finanziario, negando la prevalenza cinese o di altri paesi BRICS rispetto allo spirito collegiale che anima il gruppo, in cui ciascuna delle cinque diverse ed eterogenee componenti esprime il proprio specifico contributo.

 

di Tosca  di Caccamo

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