Maurizio Gasparri, presidente del gruppo parlamentare Il Popolo della Libertà al Senato della Repubblica, giornalista di professione, non si tira indietro dal trattare con K metro 0 alcuni argomenti di stretta attualità. Cosa ne pensa della bocciatura Ue alla manovra di bilancio 2019? «Tirava una brutta aria a livello europeo con molti annunci di ‘condanna’
Maurizio Gasparri, presidente del gruppo parlamentare Il Popolo della Libertà al Senato della Repubblica, giornalista di professione, non si tira indietro dal trattare con K metro 0 alcuni argomenti di stretta attualità.
Cosa ne pensa della bocciatura Ue alla manovra di bilancio 2019?
«Tirava una brutta aria a livello europeo con molti annunci di ‘condanna’ e alla fine la manovra è stata bocciata. Come italiani siamo molto dispiaciuti di questa scelta per il nostro Paese ma, con queste premesse, l’esito era scontato. I numeri sono inventati, la manovra è pericolosa per l’Italia in primo luogo ed espone soprattutto il risparmio dei nostri cittadini a grave rischio. E questo è emerso alla prima verifica. D’altra parte, è una manovra basata su una riforma della matematica perché secondo Di Maio 2+2 fa 6 e non più 4».
Alla conferenza internazionale sulla Libia, in programma a Palermo il 12 e 13 novembre, emergeranno le diversità di linee fra Italia e Francia. Come dovrebbe impegnarsi l’Italia per questo grande problema, e sull’altro, essenziale terreno della cooperazione allo sviluppo tra Unione europea e Africa?
«L’attuale governo appare molto confuso anche sul fronte della politica internazionale e in particolare della Libia. La politica giusta era quella di Berlusconi, del trattato di amicizia con Gheddafi che assicurava all’Italia blocco delle partenze dei clandestini verso il nostro Paese, approvvigionamenti energetici e in cambio investimenti in Libia. La guerra è stata un errore catastrofico che ha fatto precipitare l’Italia, e direi tutta quest’area, nel caos più assoluto. Gheddafi era sicuramente un pessimo dittatore ma al suo posto è subentrato il caos e non un’ordinata democrazia. L’attuale governo non mi pare assolutamente in grado di affrontare questa situazione. Ci vorrebbe un altro governo di centrodestra che riuscisse, insieme alla comunità internazionale a svolgere una positiva influenza sulla situazione libica che oggi appare dominata da una vera e propria guerra civile».
Infine, la politica interna. Dove va il centrodestra oggi?
«Sarebbe lunga la risposta. Oggi c’è nello spirito del popolo una maggiorata orientata verso il centrodestra. Bisogna non rompere i rapporti di alleanza, mantenere questa coalizione a livello locale, fare in modo che ritorni anche a livello nazionale dopo l’ubriacatura dell’alleanza giallo-verde. La Lega ha fatto una scelta che la costringe a subire decisioni di sinistra imposte dai grillini e quindi io sono convinto che, prima o poi, si tornerà a un ordine naturale delle cose. Sui temi della famiglia, del fisco, dell’economia, del contrasto all’immigrazione si esigono risposte di centrodestra e il centrodestra deve esserci per non deludere un elettorato che oggi ci assegnerebbe una larga vittoria, solo se la nostra coalizione si riproponesse, come mi auguro avverrà, unita e coesa non solo nelle elezioni territoriali ma anche in quelle nazionali».
Intervista di Alessandro Luongo