Quei sospetti d’interferenza russa. Dai Paesi Baltici ai Balcani. Il partito dei filorussi è stato il più votato in Lettonia. Dal recente referendum in Macedonia alla Bosnia Erzegovina la presunta influenza della Russia. Prossimo giro, Baviera, CSU, Salvini e l’ultradestra Afd K metro 0 – Roma – Lettonia, sorpresa baltica. Sull’Europa elettorale quei sospetti d’influenza
Quei sospetti d’interferenza russa. Dai Paesi Baltici ai Balcani. Il partito dei filorussi è stato il più votato in Lettonia.
Dal recente referendum in Macedonia alla Bosnia Erzegovina la presunta influenza della Russia. Prossimo giro, Baviera, CSU, Salvini e l’ultradestra Afd
K metro 0 – Roma – Lettonia, sorpresa baltica. Sull’Europa elettorale quei sospetti d’influenza russa. Il partito dei filorussi è stato il più votato nelle elezioni di domenica in Lettonia. Accade in quei Paesi Baltici, che per primi si sono staccati dalla Russia per divenire baluardo della Nato a Est, e questo risultato a sorpresa fa sussultare molti in Europa.
Dunque, il partito filorusso Concordia, finora escluso dalle alleanze di governo, ha vinto le elezioni politiche con il 19,9% dei voti, davanti alle due formazioni populiste Kpv Lv (14.06%) e Nuovo Partito Conservatore (13,6%), mentre precipita l’alleanza liberale e filoccidentale For/Development -un meno 6%-, che ottiene un misero 12,04%. Paga pegno il vicepresidente della Commissione europea ed ex premier del Paese, Valdis Dombrovskis, considerato un ‘falco’ dell’austerity, e cala anche la destra classica dei conservatori.
Non sarebbero mancate, sostiene il laboratorio di ricerca dell’Atlantic Council che lavora su fake news e interferenze online, ‘azioni di disturbo da parte di hacker ritenuti vicini a Mosca’, scrive Federica De Vincentis su Formiche.
La Russia nei Balcani. In Bosnia Erzegovina, dove Milorad Dodik, nazionalista, filorusso e leader dei serbo-bosniaci ha stravinto le elezioni nella sua Srpska Republica, l’Entità serba della Bosnia per la presidenza tripartita del Paese, che condividerà con i leader della comunità musulmana e di quella croata.
Oppure il caso macedone dove, un referendum sul cambio di nome, Macedonia del Nord, che avrebbe sanato il contenzioso ventennale con la Ghrecia e aperto al Paese le porte verso l’Europa e la Nato, non è passato per astensionismo organizzato. Il risultato non pregiudica l’accordo né il percorso del Paese verso Bruxelles e all’Alleanza Atlantica, ma ha scatenato accuse incrociate, dopo che la Russia aveva ufficialmente denunciato l’espansionismo Nato antirusso anche nei Balcani.
Stando sempre dall’Atlantic Council (nome un po’ schierato), dietro questa astensione, infatti, potrebbe esserci ancora una volta la mano di Mosca.
E in Baviera AFD+Salvini. Nelle elezioni in Baviera, la Csu del destro Seehofer, ministro degli interni nel governo federale Merkel, crolla nei sondaggi e il governo di Berlino trema. Seehofer e Salvini amici politici ma non troppo, sul fronte migranti. Su quelli oggi in Germania che Berlino vuole rimandare in Italia, Salvini dive no, e mette ne guai elettorali il collega.
Scoprire se la Csu (la vecchia dc conservatrice tedesca) avrà superato il 40% o se al contrario si aprirà l’incubo della coalizione o, peggio, dell’opposizione, dato che Verdi, Spd e Linke sono già il governo alternativo nei sondaggi. Vorrebbe dire fine del controllo della frontiera bavarese dove passano i migranti e si devono costruire i centri di transito previsti da Seehofer.
Trovare un accordo sui movimenti secondari anche con l’Italia avrebbe favorito Seehofer, fermarlo favorirebbe invece l’Afd, l’estrema desta tedesca a cui da qualche settimana il leghista sembra sentirsi più vicino. E l’ombra della Russia, vera o falsa, si rinnova.
Redazione Remocontro