K metro 0 – Bruxelles – Alla luce dell’evoluzione delle abitudini dei telespettatori e dell’emergere dell’era digitale, il Parlamento europeo ha votato una versione aggiornata della direttiva sui servizi dei media audiovisivi. Le norme si pongono vari obbiettivi, tra cui quello di proteggere i telespettatori, di incoraggiare l’innovazione e di promuovere i contenuti europei. La
K metro 0 – Bruxelles – Alla luce dell’evoluzione delle abitudini dei telespettatori e dell’emergere dell’era digitale, il Parlamento europeo ha votato una versione aggiornata della direttiva sui servizi dei media audiovisivi. Le norme si pongono vari obbiettivi, tra cui quello di proteggere i telespettatori, di incoraggiare l’innovazione e di promuovere i contenuti europei. La risoluzione legislativa è stata approvata con 452 voti a favore, 132 contrari e 65 astensioni. L’accordo deve ancora essere formalmente approvato dal Consiglio dei Ministri dell’UE, prima che la legge possa entrare in vigore. Gli Stati membri dispongono di 21 mesi dalla sua entrata in vigore, per recepire le nuove norme nelle varie legislazioni nazionali. Le misure si applicheranno alle emittenti radio e TV, alle piattaforme di video on demand, tra cui Netflix, Amazon Video, Google Play e iTunes, fino a quelle di condivisione di video, come YouTube o Facebook, nonché allo streaming in diretta. I media audiovisivi dovranno predisporre misure adeguate a contrastare i contenuti che incitano alla violenza, all’odio e al terrorismo. Soggette a limiti ancora più severi i contenuti di violenza gratuita e la pornografia. Le misure adottate prevedono maggiore protezione per i bambini e per i minori da contenuti pericolosi, nonché limiti alla pubblicità, insieme all’obbligo di realizzare sulle piattaforme dei cataloghi che abbiano almeno il 30% di titoli di produzione europea.
Per garantire un certo livello di protezione di bambini e minori la nuova direttiva include una serie di proposte tra cui la riduzione di spot commerciali in TV o su siti web che pubblicizzano bevande e alimenti considerati nocivi per la salute, oltre che il divieto di fare pubblicità su prodotti a base di tabacco, sigarette elettroniche e alcolici. “Gli adulti potranno installare dei software di filtraggio sui dispositivi dei figli e sistemi di verifica dell’età, nel caso di contenuti potenzialmente dannosi per i minori”, ha dichiarato Sabine Verheyen, europarlamentare tedesca del Partito Popolare Europeo e co-relatrice della posizione del Parlamento sulla direttiva. Su richiesta del PE, le piattaforme dovranno creare un meccanismo trasparente e facile da usare, per consentire agli utenti di segnalare i contenuti. I siti di condivisione video dovranno, a loro volta, garantire una risposta rapida a tali segnalazioni da parte degli utenti.
Tra le misure adottate è stato inserito un meccanismo di protezione dei dati personali dei minori, per garantire che i dati raccolti dai media audiovisivi non siano trattati per uso commerciale, per la profilazione o per pubblicità mirata. Al fine di sostenere la diversità culturale del settore audiovisivo europeo, i deputati hanno approvato una norma che prevede che il 30% dei contenuti dei cataloghi delle piattaforme di video on demand dovrà essere europeo. Per quanto riguarda la pubblicità, in base alla nuova normativa, essa potrà occupare al massimo il 20% del tempo della trasmissione giornaliera, tra le 6.00 e le 18.00. Inoltre, è stata prevista una finestra di prime time tra le 18:00 e le 0:00, con un nuovo limite del 20% del tempo di trasmissione. La legislazione comprende infine anche disposizioni che riguardano l’accessibilità, l’integrità del segnale di un’emittente, il rafforzamento delle autorità di regolamentazione e la promozione delle competenze dei media. “Quello che abbiamo oggi con internet, cioè video e film disponibili online, fino ad ora non è stato regolamentato. Ecco perchè era necessario aggiornare la direttiva”, ha dichiarato Petra Kammerevert, europarlamentare tedesca del gruppo dei Socialisti e Democratici e co-relatrice. Dopo l’approvazione del Parlamento europeo, la proposta di legge deve essere confermata dal Consiglio prima che possa entrare in vigore.
di Francesca Politi