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Indonesia in ginocchio, il doppio colpo terremoto-tsunami ha provocato oltre mille morti. L’UE stanzia 1,5 milioni in aiuti umanitari

Indonesia in ginocchio, il doppio colpo terremoto-tsunami ha provocato oltre mille morti. L’UE stanzia 1,5 milioni in aiuti umanitari

K metro 0 – Sulawesi Island – Sale a oltre 1.300 il numero delle vittime accertate fino a questo momento in Indonesia a causa dello tsunami e terremoto in Sulawesi Island, ma il numero è destinato a salire. Numerosi i centri che non sono stati ancora raggiunti dai soccorsi per il crollo delle infrastrutture. L’Indonesia esorta la comunità

K metro 0 – Sulawesi Island – Sale a oltre 1.300 il numero delle vittime accertate fino a questo momento in Indonesia a causa dello tsunami e terremoto in Sulawesi Island, ma il numero è destinato a salire. Numerosi i centri che non sono stati ancora raggiunti dai soccorsi per il crollo delle infrastrutture. L’Indonesia esorta la comunità internazionale ad aiutare il Paese, ormai in ginocchio: “Il presidente Joko Widodo ci ha autorizzato ad accettare gli aiuti internazionali per rispondere urgentemente al disastro”, ha riferito Thomas Lembong, presidente dell’Investment Coordinating Board, l’agenzia indonesiana per il coordinamento degli investimenti. Ieri, il dipartimento di Stato Usa in un comunicato ha annunciato che gli Stati Uniti “sono pronti ad assistere” l’Indonesia nelle operazioni di soccorso. La maggioranza delle vittime, finora si sono registrate nella città di Palu, che ha 300mila abitanti, completamente devastata dal terremoto e dal successivo tsunami. Centinaia di corpi sono stati trovati già ieri sulle spiagge e le autorità temono che ve ne siano ancora altri in mare. Per i corpi identificati si procederà con la sepoltura di massa per ragioni sanitarie dato che in città non c’è elettricità, acqua potabile e forniture di carburanti.

La Commissione europea ha stanziato un primo importo di 1,5 milioni di euro per l’assistenza umanitaria di emergenza.

Il Commissario per gli Aiuti umanitari e la gestione delle crisi, Christos Stylianides, ha dichiarato: “Stiamo lavorando rapidamente per indirizzare gli aiuti di emergenza a coloro che sono stati maggiormente colpiti in Indonesia. I nostri finanziamenti daranno assistenza ai più vulnerabili e contribuiranno a fornire beni di prima necessità come generi alimentari, alloggi, acqua, servizi igienico-sanitari e forniture mediche. Questa è la solidarietà dell’UE in azione. Il nostro pensiero va a tutte le vittime e ai servizi di primo intervento che lavorano senza sosta per salvare vite.”

La Commissione ha inoltre inviato un esperto umanitario sul posto per aiutare a coordinare le operazioni di soccorso dell’UE ed ha attivato il servizio di mappatura satellitare Copernicus dell’UE per le emergenze. Il Centro di coordinamento della risposta alle emergenze ERCC) della Commissione, attivo 24 ore su 24, sta seguendo da vicino gli sviluppi ed è pronto a fornire ulteriore supporto se necessario. È disponibile qui la dichiarazione comune rilasciata dall’Alta rappresentante e Vicepresidente Federica Mogherinie dal Commissario Stylianides sul terremoto e sullo tsunami che hanno devastato il paese.

Il terremoto che ha scosso l’Indonesia ha favorito l’evasione di 769 detenuti, fuggiti da due diverse carceri sull’isola di Sulawesi. Il sisma ha danneggiato i penitenziari nelle aree di Palu e Donggala, favorendo la fuga di massa. Le guardie presenti nelle strutture non hanno potuto ostacolare le maxievasioni. Il ministro della Sicurezza, Wiranto, ha reso noto che le autorità hanno diramato “un ultimatum: hanno una settimana per consegnarsi”, ha detto riferendosi ai detenuti. Il ministro ha ammesso che, al momento, la caccia agli evasi non rappresenta una priorità nel paese alle prese con le drammatiche conseguenze del terremoto e del successivo tsunami.

Più di 1,5 milioni di persone, tra cui almeno 600.000 bambini, stanno subendo le conseguenze del devastante terremoto e dello tsunami che hanno colpito l’isola di Sulawesi. Un terzo di questi bambini sono stati colpiti in maniera molto grave e hanno perso le loro case, persone care e mezzi di sostentamento. Save the Children e i suoi partner locali in Indonesia sono fortemente preoccupati del forte impatto psicologico che il disastro rischia di avere sui minori, in particolare su coloro che sono rimasti orfani o che hanno smarrito i propri genitori. “Stiamo ricevendo sempre più segnalazioni di bambini che sono rimasti separati dai loro genitori nel caos della fuga, mentre gli edifici crollavano e le onde dello tsunami spazzavano via case e negozi. Purtroppo, molti bambini hanno perso i genitori nel disastro. Tutto ciò è straziante”, ha affermato Tom Howells, direttore operativo di Save the Children in Indonesia.  “In questo momento c’è urgente bisogno di cibo, acqua e materiali per costruire rifugi temporanei, mentre alcune persone tornano a vedere ciò che resta delle loro abitazioni e si trovano di fronte a quello che senza dubbio sarà un lungo percorso per tornare alla normalità. L’accesso alle zone colpite continua però a essere una delle principali sfide nella risposta umanitaria, con infrastrutture chiave come strade, ponti e aeroporti che sono inservibili o hanno subito gravi danni. Al momento, pertanto, è impossibile conoscere la reale entità del disastro e il bilancio dei morti potrebbe aggravarsi nei prossimi giorni”, ha concluso Howells.

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