K metro 0 – Bruxelles – La Commissione dell’Unione Europea ha deciso di deferire la Polonia alla Corte di Giustizia Europea. Il motivo è stato causato dalle violazioni del principio di indipendenza giudiziaria presente nella nuova legge polacca sulla Corte suprema. Lo ha annunciato una portavoce dell’esecutivo europeo precisando che è stato chiesto alla Corte
K metro 0 – Bruxelles – La Commissione dell’Unione Europea ha deciso di deferire la Polonia alla Corte di Giustizia Europea. Il motivo è stato causato dalle violazioni del principio di indipendenza giudiziaria presente nella nuova legge polacca sulla Corte suprema. Lo ha annunciato una portavoce dell’esecutivo europeo precisando che è stato chiesto alla Corte di giustizia di ordinare misure provvisorie e di seguire una procedura d’urgenza.
Il portavoce della Commissione Europea, tra l’altro, ha detto: “La Commissione, con il Collegio, ha discusso mercoledì la procedura di infrazione e la decisione è stata presa oggi. La legge polacca sulla Corte Suprema è incompatibile con la legge Ue, in quanto mina il principio dell’indipendenza della magistratura, compresa l’irremovibilità dei giudici e quindi la Polonia è venuta meno agli obblighi previsti dall’articolo 19, paragrafo 1, del trattato sull’Ue, in combinato disposto con l’articolo 47 della Carta dei diritti fondamentali.
In una nota, si legge: “La Commissione europea ha inviato una lettera di avviso formale alle autorità polacche il 2 luglio 2018 in merito alla legge sulla Corte suprema, seguito da un parere motivato il 14 agosto 2018. La risposta delle autorità polacche in entrambe le occasioni non è riuscita ad alleviare le preoccupazioni della Commissione. Bruxelles considera che l’attuazione del controverso regime pensionistico sui giudici della Corte suprema polacca è stata accelerata col rischio di creare un grave ed irreparabile danno all’indipendenza dei giudici in Polonia, e dunque all’ordine giuridico dell’Ue”.
Secondo la Commissione, l’indipendenza delle corti e dei tribunali nazionali è essenziale per il funzionamento della cooperazione giudiziaria tra gli Stati membri dell’Unione. La Commissione è quindi passata alla fase successiva della procedura d’infrazione, decidendo di deferire il caso alla Corte di giustizia dell’UE, chiedendo alla stessa Corte di ordinare misure ad interim, di ‘riportare’ la Corte suprema polacca alla sua situazione prima del 3 aprile 2018, quando furono adottate le nuove leggi contestate. Infine, è stata chiesta una procedura accelerata presso la Corte di giustizia per ottenere una sentenza definitiva il più presto possibile.
La nuova legge polacca ha abbassato da 70 a 65 anni l’età pensionabile per i giudici della Corte suprema, mettendo 27 dei 72 giudici attualmente in carica a rischio di pensionamento d’ufficio. La misura si applica anche al primo presidente della Corte suprema, che vedrebbe terminare in anticipo il suo mandato settennale previsto dalla Costituzione polacca. Entrata in vigore il 3 aprile 2018, la legge consente ai giudici interessati dall’abbassamento dell’età pensionabile di chiedere una proroga del proprio mandato al presidente della Repubblica, che può concederla per un triennio, rinnovabile una sola volta. La decisione del presidente non è subordinata ad alcun criterio chiaro e, se la domanda viene respinta, non è ammesso ricorso per via giudiziaria.
Restiamo in attesa dell’importante giudizio della Corte di Giustizia Europea sul caso della Polonia. La posizione assunta in merito dalla Commissione Europea è un atto doveroso per il rispetto dei principi dell’Unione Europea che sono stati sottoscritti ed accettati da tutti i Paesi membri.
di Salvatore Rondello