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Un anno dopo: risultati positivi per l’accordo commerciale UE-Canada

Un anno dopo: risultati positivi per l’accordo commerciale UE-Canada

Venerdì 21 settembre ricorrerà il primo anniversario dell’entrata in vigore, a titolo provvisorio, dell’accordo economico e commerciale globale (CETA) tra l’UE e il Canada. K metro 0 – Montreal – I primi indicatori rivelano che l’accordo sta già iniziando a produrre risultati per gli esportatori dell’UE. Nei giorni 26 e 27 settembre la Commissaria Malmström

Venerdì 21 settembre ricorrerà il primo anniversario dell’entrata in vigore, a titolo provvisorio, dell’accordo economico e commerciale globale (CETA) tra l’UE e il Canada.

K metro 0 – Montreal – I primi indicatori rivelano che l’accordo sta già iniziando a produrre risultati per gli esportatori dell’UE. Nei giorni 26 e 27 settembre la Commissaria Malmström visiterà il Canada per stilare un bilancio dei progressi finora conseguiti.

A Montreal la Commissaria incontrerà James Gordon Carr, Ministro della Diversificazione commerciale internazionale. Il 26 settembre parteciperà al primo incontro del comitato ministeriale misto, il più alto organo istituito dai due partner per discutere questioni di interesse relative all’accordo. Inoltre, farà visita a varie società europee e canadesi, discuterà con i rappresentanti delle imprese che già si avvalgono dell’accordo e terrà un discorso all’Università di Montreal il 27 settembre.

Cecilia Malmström, Commissaria responsabile per il Commercio, ha dichiarato: “Mi fa molto piacere constatare i progressi finora conseguiti dall’accordo commerciale UE-Canada, in vigore ormai da un anno. Secondo i dati preliminari, i motivi per rallegrarci sono numerosi, anche in questa fase. Nel complesso l’export è ripartito e molti settori hanno registrato un incremento considerevole. Questa è un’ottima notizia per le imprese europee, grandi e piccole. Come sempre accade per gli accordi commerciali, vi sono alcuni settori in cui è necessario accertarsi di attuare rigorosamente quanto è stato concordato, garantendo che i cittadini e le imprese possano beneficiare appieno delle nuove opportunità. Intendo trattare questo argomento con i miei omologhi canadesi in occasione dell’incontro del comitato ministeriale misto che si terrà la settimana prossima. Sono molto lieta di poter affermare che la nostra partnership con il Canada è più forte che mai, a livello sia strategico sia economico. Insieme difendiamo un ordine commerciale internazionale aperto e basato sulle regole. Il CETA è una chiara dimostrazione dei nostri intenti.”

Siamo solo agli inizi ma le tendenze sono positive

Oltre a rimuovere virtualmente tutti i dazi doganali, il CETA ha conferito un impulso al clima degli affari tra l’UE e il Canada, offrendo una sicurezza giuridica estremamente importante per le imprese dell’UE intenzionate ad esportare i propri prodotti. Sebbene sia troppo presto per trarre conclusioni certe, i primi risultati commerciali vanno nella direzione giusta. Dalle ultime statistiche disponibili, relative al periodo che va dall’ottobre 2017 al giugno 2018, emerge che in tutta l’UE le esportazioni sono aumentate di oltre il 7% rispetto all’anno precedente.

Per alcuni settori i risultati sono particolarmente positivi: macchine, apparecchi e congegni meccanici, che rappresentano un quinto delle esportazioni UE in Canada, hanno registrato un incremento superiore all’8%; per i medicinali (il 10% delle esportazioni UE in Canada) l’aumento è del 10%. Sono in crescita anche altre importanti esportazioni dell’UE: mobilio (+ 10%), profumi/cosmetici (+ 11%), calzature (+ 8%) e abbigliamento (+ 11%).

Dati incoraggianti si registrano anche per le esportazioni di prodotti agricoli: frutta fresca e a guscio (+ 29%), cioccolato (+ 34%), vino spumante (+ 11%) e whisky (+ 5%).

Ecco alcuni esempi di imprese che già traggono vantaggi dal CETA in vario modo: 

il consorzio dei produttori italiani del prosciutto di San Daniele, le cui vendite in Canada sono aumentate del 35%. In generale le esportazioni di prodotti agricoli italiani in Canada sono aumentate del 7,4%;

il produttore di cioccolato belga Smet Chocolaterie, che ha appena aperto un esercizio commerciale nell’Ontario, in Canada, per far fronte all’aumento della domanda. Grazie alla soppressione dei dazi all’importazione del 15% le sue vendite sono aumentate di un quinto rispetto all’anno precedente. Nel complesso le esportazioni di cioccolato dall’Europa in Canada sono aumentate del 34%;

la società spagnola Hiperbaric, che realizza macchinari innovativi per la conservazione degli alimenti mediante l’alta pressione. Grazie al CETA per i suoi addetti è più semplice entrare temporaneamente in Canada per installare ed effettuare la manutenzione degli impianti.

Esempi di società con sede in Belgio, Estonia, Finlandia, Francia, Irlanda, Italia, Paesi Bassi, Spagna e Svezia sono disponibili qui.

Contesto

Il CETA offre alle imprese dell’UE di tutte le dimensioni nuove opportunità di esportazione in Canada. L’accordo ha eliminato i dazi sul 98% dei prodotti che l’UE commercia con il Canada. Quando tutte le riduzioni tariffarie entreranno in vigore, il risparmio sui dazi ammonterà a circa 590 milioni di € l’anno. L’accordo fornisce inoltre alle imprese dell’UE la migliore opportunità mai offerta a società non canadesi di partecipare alle gare d’appalto pubbliche del paese, non solo a livello federale ma anche a livello provinciale e municipale.

Il CETA crea nuove opportunità per gli agricoltori e i produttori del settore alimentare europei, ferma restando la piena tutela dei settori sensibili dell’UE. In virtù dell’accordo, 143 prodotti enogastronomici UE di alta qualità (“le indicazioni geografiche”) possono ora essere venduti in Canada con la propria denominazione e sono protetti dalle imitazioni.

L’accordo offre anche condizioni migliori per i prestatori di servizi, una maggiore mobilità per i dipendenti delle aziende e un quadro per consentire il riconoscimento reciproco delle qualifiche professionali, da quella di architetto a quella di gruista.

Il CETA è in vigore, a titolo provvisorio, dal 21 settembre 2017, in seguito alla sua approvazione da parte degli Stati membri dell’UE, espressa in seno al Consiglio, e del Parlamento europeo. L’accordo entrerà però in vigore pienamente e in via definitiva solo quando tutti gli Stati membri dell’UE lo avranno ratificato.

L’UE ha già stipulato 39 accordi commerciali con 69 paesi. L’ultimo accordo concluso dall’UE è quello con il Giappone. È ampiamente dimostrato che gli accordi commerciali dell’UE stimolano la crescita e l’occupazione in Europa. Un esempio in tal senso è costituito dall’accordo commerciale tra l’UE e la Corea del Sud. Da quando è entrato in vigore nel 2011, le esportazioni dell’UE nella Corea del Sud sono aumentate di oltre il 55%, le esportazioni di alcuni prodotti agricoli hanno registrato un incremento del 70%, le vendite di automobili UE nella Corea del Sud sono triplicate e il deficit della bilancia commerciale si è trasformato in un’eccedenza. In Europa 31 milioni di posti di lavoro dipendono dalle esportazioni. In media, a ogni miliardo di euro aggiuntivo di esportazioni corrispondono 14 000 nuovi posti di lavoro nell’UE.

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