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Palestina. Trump decide di azzerare i fondi per l’agenzia Onu Unrwa. La Germania aumenta i fondi. L’Italia? Silenziosa

Palestina. Trump decide di azzerare i fondi per l’agenzia Onu Unrwa. La Germania aumenta i fondi. L’Italia? Silenziosa

K metro 0 – Washington – La decisione dell’amministrazione americana di Donald Trump di azzerare tutti i fondi destinati all’Unrwa ha suscitato la rabbia dei palestinesi e le critiche dei Paesi arabi, preoccupati per il futuro della regione, mentre in Israele c’è chi esulta. La misura è stata annunciata venerdì dalla portavoce del dipartimento di Stato, Heather

K metro 0 – Washington – La decisione dell’amministrazione americana di Donald Trump di azzerare tutti i fondi destinati all’Unrwa ha suscitato la rabbia dei palestinesi e le critiche dei Paesi arabi, preoccupati per il futuro della regione, mentre in Israele c’è chi esulta. La misura è stata annunciata venerdì dalla portavoce del dipartimento di Stato, Heather Nauert, che ha spiegato come Washington non verserà più contributi a “un’operazione irrimediabilmente fallace”, a parte i 60 milioni di dollari già donati lo scorso gennaio. Fino all’anno scorso gli Stati Uniti erano i più grossi donatori dell’Unrwa, con 300 milioni di dollari all’anno. Così facendo, Washington sposa la tesi del governo israeliano secondo cui l’agenzia Onu aiuta a perpetuare il conflitto israelo-palestinese, mantenendo viva l’idea che i rifugiati palestinesi abbiano un ‘diritto al ritornò alle loro case da cui fuggirono nel 1948 alla nascita d’Israele. Uno dei principali nodi del processo di pace che, secondo i palestinesi, non può essere superato in questo modo ma solo attraverso negoziati. Già a dicembre, Trump aveva suscitato un’ondata di critiche e polemiche in tutto il mondo annunciando il riconoscimento Usa di Gerusalemme come capitale dello Stato ebraico, negando di fatto le rivendicazioni dei palestinesi su Gerusalemme Est come capitale di un futuro Stato. A questo, aveva aggiunto il taglio di 200 milioni di dollari in aiuti bilaterali destinati a Gaza e Cisgiordania.

Per Saeb Erekat, capo negoziatore palestinese, l’amministrazione americana sta invalidando i futuri colloqui di pace “ostacolando, pregiudicando questioni riservate ai (negoziati) su uno status permanente”. Secondo il portavoce del presidente dell’Anp, Abu Mazen, così “promuove il terrorismo” ed è una violazione delle risoluzioni Onu; per questo il leader palestinese starebbe considerando l’ipotesi di fare appello al Palazzo di Vetro. Ben altra accoglienza ha ricevuto la decisione americana in Israele: un funzionario dell’ufficio del premier, Benjamin Netanyahu, ha sostenuto che “consolidare lo status di rifugiati dei palestinesi è uno dei problemi che perpetua il conflitto”, mentre il ministro dell’Intelligence, Israel Katz, ha lodato su Twitter l’iniziativa di “fermare tutti i finanziamenti all’Unrwa, un’agenzia che sancisce il problema dei rifugiati palestinesi”. L’Unrwa dà assistenza ai rifugiati palestinesi in quattro Paesi (Territori palestinesi, Giordania, Libano e Siria), fornendo servizi basilari come istruzione e sanità. Dall’inizio dell’anno ha mobilitato circa 238 milioni di dollari ma ha bisogno di altri 217 milioni per assicurare il funzionamento delle scuole fino alla fine dell’anno scolastico. Ma le conseguenze per il taglio dei fondi non si sentiranno solo sulle scuole: “Ripercussioni molto serie” sono state ventilate da Mahmoud Mubarak, alla guida del comitato che gestisce 19 campi rifugiati per 500mila palestinesi in Cisgiordania.

Martedì è previsto un incontro dei rappresentanti per discutere le varie opzioni. Molto critica la situazione anche nella Striscia di Gaza, già pesantemente colpita dal blocco israeliano che ha paralizzato l’economia. Il portavoce dell’Unrwa, Chris Guinness, ha assicurato che l’agenzia cercherà di trovare il modo di chiudere il ‘buco’ da 217 milioni di dollari, altrimenti “alcune delle persone più marginalizzate e vulnerabili del pianeta soffriranno”, con possibili conseguenze “drammatiche, profonde e imprevedibili”. La Giordania ha annunciato l’intenzione di organizzare una conferenza dei donatori a margine dell’Assemblea Generale dell’Onu che si terrà dal 18 settembre a New York. Anche l’Unione Europea punta a parlarne in quella sede con gli altri membri della comunità internazionale e ha esortato gli Stati Uniti a rivedere la loro “deplorevole decisione”. Intanto, il ministro degli Esteri tedesco, Heiko Maas, ha fatto sapere che Berlino aumenterà i fondi destinati all’Unrwa (ne ha già stanziati 81 milioni di euro quest’anno), invitando anche gli altri Paesi europei a fare altrettanto perché “l’Unrwa è un fattore di stabilità nel Medio Oriente”.

L’amministrazione statunitense guidata da Donald Trump ha proposto all’Autorità nazionale palestinese (Anp) un piano politico per il Medio Oriente che prevede la creazione di una confederazione giordano-palestinese. Lo ha detto oggi il presidente dell’Anp, Mahmoud Abbas, nel corso di un incontro con rappresentanti della Knesset, il parlamento israeliano, e con gli attivisti dell’Organizzazione non governativa Peace Now a Ramallah. Abbas afferma di voler accettare l’eventuale confederazione a patto che vi aderisca Israele. Il leader palestinese ha dichiarato, infatti, di aver espresso il sostegno alla proposta fatta dal consigliere di Trumpp, Jared Kushner, e dall’inviato speciale per il Medio Oriente. “Ho detto: Sì, voglio una confederazione tripartita con Giordania e Israele, e ho chiesto se gli israeliani accetterebbero una tale proposta”, ha affermato Abbas. “Ho un problema con Netanyahu, non con Likud”, ha detto. Infine, ricordando i quattro incontri con Trump, Abbas ha ribadito la sua contrarietà al piano di pace Usa.

 

Redazione Jobsnews

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