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Milano. 15mila persone in piazza san Babila contro l’accordo Salvini-Orban. per una “Europa senza muri”

Milano. 15mila persone in piazza san Babila contro l’accordo Salvini-Orban. per una “Europa senza muri”

K metro 0 – Milano – La società milanese vuol dire no al vertice tra il ministro dell’interno Matteo Salvini e il primo ministro ungherese Viktor Orban. Una presenza massiccia, con diverse migliaia di persone, oltre le 15.000 hanno gremito la centralissima piazza san Babila, a due passi dalla Prefettura, teatro del vertice. Acea Onlus,

K metro 0 – Milano – La società milanese vuol dire no al vertice tra il ministro dell’interno Matteo Salvini e il primo ministro ungherese Viktor Orban. Una presenza massiccia, con diverse migliaia di persone, oltre le 15.000 hanno gremito la centralissima piazza san Babila, a due passi dalla Prefettura, teatro del vertice. Acea Onlus, le Acli provinciali Milano, Monza e Brianza, quella di Cremona, ActionAid Italia, Agedo Milano, Agedo Bologna, Amnesty International, Amref Italia, Anpi provinciale Milano, Anpi Lombardia, Anpi Monza e Brianza Anpi Seregno, Anpi sezione “Carlo Chiappa” di Sedriano & Vittuone, Arci Nazionale, Arci Lombardia, Arci di Milano, Varese e Como, ArciAtea – Rete per la laicità, Articolo 21, ArciGay Varese, Associazione Enzo Tortora Radicali Milano, Brianza Antifascista e Antirazzista, Casa della carità, Casa di Accoglienza delle Donne Maltrattate di Milano, Casa per la Pace Milano, Centro multiculturale La Tenda, Centro Interculturale Mondinsieme di Reggio Emilia, Cgil Milano, Famiglie Arcobaleno, Fiom Milano, Giovani Democratici Milano, Giovani Democratici Monza, Gioventù Federalista Europea: sono solo alcune delle sigle presenti. Al termine del presidio contro l’incontro tra Orban e Salvini in Prefettura, una parte dei partecipanti, tra musica e balli, si è staccata e si è diretta lungo Corso Venezia in direzione dei Giardini Montanelli, scortata da numerosi agenti della Polizia. In testa al corteo, alcuni rifugiati e richiedenti asilo in maglietta gialla e la scritta ‘Love Trump Hate’, mentre sui cartelli si legge ‘Salvini ministro dell’Inferno’ e ‘Noone is illegal’. Il ministro dell’Interno e vicepremier Matteo Salvini “si vergogni dell’insulto che fa alla storia di questo Paese”, ha detto l’assessore alle politiche sociali ed esponente del Pd, Pierfrancesco Majorino, che ne ha parlato dal palco di Europa Senza Muri. “Non daremo tregua alla tua politica e alla tua scelta di portarci nel medioevo dei diritti e questa città sarà in prima linea” ha avvertito poi Majorino rispondendo direttamente alle dichiarazioni del titolare del Viminale appena uscito dal summit. “Salvini usa l’immigrazione come arma di distrazione di massa, noi invece vogliamo che in questo Paese si parli di come combattere la disoccupazione” ha aggiunto dal palco. Salvini vuole “farci uscire dall’Europa” ma piuttosto dovrebbe “occuparsi di non togliere le scorte a chi si batte ogni giorno contro la mafia”.

L’incontro tra Orban e Salvini, tra salamelecchi e atteggiamenti xenofobi

E mentre sulla piazza i 15 mila milanesi manifestavano, Orban e Salvini gareggiavano in xenofobia in Prefettura. Ch abbia vinto lo decida il lettore. Per noi è stato un pareggio: Salvini e Orban hanno mostrato il peggio della destra neo autoritaria e xenofoba europea, sulla scia dei neonazisti tedeschi e dei lepenisti francesi, coi quali vorrebbero addirittura costruire alleanze. Orban ha esordito in conferenza stampa con queste parole: “Salvini gode di una grande stima in Ungheria, qui vincerebbe le elezioni”. Peccato che Salvini non abbia accettato l’invito. I due si danno del tu, chiamandosi amici, e sorridono, parlando sotto le bandiere dell’Italia, dell’Ungheria e della Ue, con Orban che prosegue nelle sperticate lodi al titolare del Viminale: “Salvini sta dimostrando che l’immigrazione si può fermare anche in mezzo al mare e dal suo successo dipendono i destini dell’Unione europea. Gli auguriamo di non indietreggiare, gli chiediamo di difenderci, di difendere i confini europei e, seppur siamo un Paese piccolo, siamo disposti a dargli ogni tipo di aiuto per la difesa delle frontiere”. Orban ha parlato di Salvini come “il mio eroe” e ha mostrato tutto il suo sostegno alle politiche del Viminale in tema di sicurezza e immigrazione.

Salvini a Orban: “comincia un’Europa diversa”. Orban a Salvini: “continua a bloccare i migranti in mare e rispediscili in Libia”

A sua volta, Salvini ha rilanciato: “comincia con oggi un nuovo percorso per una Europa diversa, che rimetta al centro diritto al lavoro, alla salute e alla sicurezza. Cose che l’élite europea di Macron e Soros nega – ha detto Salvini -. Siamo vicini a una svolta storica a livello continentale. Stiamo lavorando per costruire una futura alleanza che escluda socialisti e sinistre e riporti al centro valori e identità dei nostri partiti politici e governi. Possiamo unire energie diverse con un obiettivo comune”. Ed ha esaltato l’Ungheria di Orban: “Anche dal punto di vista economico il caso ungherese è da studiare. Lo dico visto che ci stiamo preparando ad affrontare la manovra economica”. Salvini ha elogiato il basso tasso di disoccupazione, l’alta crescita e la flat tax in vigore in Ungheria, che dimostrano “che un Paese può crescere investendo, spendendo e non tagliando e sacrificando”. Ma è sui migranti che i due hanno gareggiato in cattiveria. La “situazione europea – ha aggiunto Orban – è piena di stimoli ma anche molto seria”. Con il ministro dell’Interno Matteo Salvini “abbiamo parlato di tante cose sul futuro dell’Europa”. L’Ungheria – ha concluso il premier – “è un paese che ha dimostrato che la migrazione può essere fermata”, mentre “prima dicevano che era impossibile sia sul piano giuridico che fisico” e invece “abbiamo dimostrato che è possibile” bloccarla per entrambi gli aspetti, quello giuridico e quello fisico. “Parole sagge” ha commentato il vicepremier e ministro dell’Interno, Matteo Salvini. Ed ecco la replica xenofoba e cattiva di Salvini, sulla scia delle parole di Orban: “Le navi ong erano volontariamente o no un aiuto ai trafficanti di essere umani, in questo momento non ce ne sono più operative nel Mar Mediterraneo. E aggiungo che se non cambieranno le regole di alcune missioni internazionali e navali di queste missioni potremmo anche fare a meno, visto che incredibilmente qualcuno prima di noi firmò un impegno che tutti gli immigrati soccorsi arrivassero in Italia”. Potevano mancare le ong e i precedenti ministri dell’Interno nell’elenco dei nemici di Salvini condivisi da Orban? Assolutamente no. Insomma, ormai è chiaro: Salvini martedì 28 agosto si imbarca sulla rotta di Visegrad cercando di portarvi l’intero governo, che però sembra non essere del tutto in sintonia con lui, come dimostrano le conclusioni dell’incontro tra il nostro presidente del Consiglio Conte e il presidente della Repubblica Ceca.

L’incontro tra Conte e il premier ceco Babis conferma le divisioni all’interno del governo italiano

Uniti nella battaglia all’immigrazione illegale, ma distanti sulla politica dei ricollocamenti: questo ciò che emerge al termine dell’incontro che si è svolto a Palazzo Chigi tra il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e il premier ceco Andrej Babis. Un faccia a faccia che viene definito “molto franco, diretto e cordiale” e che ha avuto al centro il tema dell’immigrazione, ma che di fatto registra una divergenza di posizioni. Conte e Babis hanno condiviso “pienamente l’obiettivo di combattere l’immigrazione illegale, di intensificare la cooperazione con i Paesi da cui hanno origine le partenze e, in quest’ottica, di aumentare le risorse europee destinate al Fondo per l’Africa”. Restano distanti, invece, le posizioni dei due governi sull’approccio generale al fenomeno immigrazione. Conte infatti ha ribadito che bisogna dar seguito alle conclusioni dell’ultimo Consiglio europeo, conclusioni che rappresentano un “buon compromesso” per tutti i 28 paesi che le hanno sottoscritte e che pongono le basi per un approccio al fenomeno migratorio non più emergenziale, ma strutturale. Il richiamo alle conclusioni del Consiglio europeo di giugno – alla cui stesura l’Italia ha dato un “contributo fondamentale” viene sottolineato – è servito a Conte per ribadire la necessità per il governo italiano di arrivare ad “una politica europea dell’immigrazione”. Il presidente Babis ha condiviso il fatto che sul fronte immigrazione l’Italia vada aiutata, ma ha anche ribadito – secondo quanto si apprende – la sua forte contrarietà alla politica dei ricollocamenti. Si è dichiarato disponibile, invece, ad incrementare le risorse finanziarie per contrastare l’immigrazione dai paesi africani.

Insomma, mentre nella Prefettura di Milano Salvini e Orban cementavano un’alleanza xenofoba, a Roma, Palazzo Chigi, il premier Conte esprimeva disappunto con l’altro protagonista di Visegrad su accoglienza e sulla redistribuzione dei migranti. Un governo imbarazzante, caotico, diviso, e senza idee si è presentato oggi all’opinione pubblica mondiale, suscitando molti malumori e molti timori.

 

Pino Salerno

Redazione Jobs News

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