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Vertice Trump-Conte, visione più nazionale e meno europea?

Vertice Trump-Conte, visione più nazionale e meno europea?

K metro 0 – Roma – La visita del premier italiano Giuseppe Conte negli USA non ha suscitato sinora, almeno ufficialmente, particolari commenti da parte delle istituzioni UE: l’argomento non è minimamente toccato, anzitutto, sui siti ufficiali sia del Parlamento di Strasburgo che della Commissione Europea. Diverse delle questioni affrontate in questi giorni da Trump

K metro 0 – Roma – La visita del premier italiano Giuseppe Conte negli USA non ha suscitato sinora, almeno ufficialmente, particolari commenti da parte delle istituzioni UE: l’argomento non è minimamente toccato, anzitutto, sui siti ufficiali sia del Parlamento di Strasburgo che della Commissione Europea.

Diverse delle questioni affrontate in questi giorni da Trump e Conte, riguardano da vicino il futuro dell’Unione Europea. Lo stesso spirito, diremmo, con cui si sono incontrati i due leader, ambedue a capo di governi populisti, nati sull’onda d’ un diffuso risentimento delle due opinioni pubbliche – statunitense e italiana – contro la “vecchia politica” e i politici di professione (quindi, almeno in superficie, ideologicamente affini), non poteva prescindere da un implicito riferimento alla UE. Nella quale, Donald Trump da tempo sta cercando interlocutori “alternativi” all’asse franco-tedesco, da decenni vera architrave della costruzione europea.

Certo la UE, nell’incontro di Washington, non poteva essere messa in un angolo: è di pochi giorni fa, infatti, il solenne impegno di di Trump e Juncker per la soluzione di ogni contenzioso commerciale tra le due sponde dell’Oceano. Però l’enfasi con cui, nella conferenza stampa congiunta, Trump ha  parlato di un “nuovo dialogo strategico Italia-USA”, caratterizzato dalla  cooperazione in area mediterranea e dal riconoscimento, in essa, di un ruolo di leadership del Governo italiano, fa pensare chiaramente a un accoglimento, da parte americana, del desiderio del attuale governo di imporsi, nell’Unione Europea, come potenza arbitro dell’ equilibrio mediterraneo; ridimensionando anzitutto il ruolo della Francia (sin da fine ‘800 concorrente dell’ Italia nell’estensione della sua influenza nei Paesi del Maghreb).

Secondo fonti vicine a Palazzo Chigi, citate dalle principali agenzie stampa, Conte avrebbe ottenuto l’appoggio di Trump in vista specialmente  della Conferenza sulla democratizzazione della Libia che si terrà in Italia in autunno (volta a creare le condizioni politiche e giuridiche per un corretto svolgimento delle elezioni libiche, presidenziali e  politiche); e della creazione, addirittura, di una “cabina di regia permanente” Roma-Washington per il Mediterraneo, che  dovrebbe concentrare i suoi sforzi, oltre che sulla questione Libia, sulla  lotta al terrorismo, su una maggiore sicurezza e sulla gestione dei flussi migratori. In cambio, Palazzo Chigi s’ impegnerebbe a non depotenziare la missione NATO in Afghanistan, limitando la riduzione del contingente italiano annunciata ultimamente proprio da Conte e dal ministro della Difesa, Elisabetta Trenta.

Intervista al vicepresidente della Camera Ettore Rosato (video kmetro0 )

Insomma, sull’onda del crescente disaccordo con Francia e Germania (e sconfessando implicitamente la politica dell’amministrazione Obama, che nel 2011 si fece convincere ad appoggiare almeno dall’esterno l’intervento franco-britannico contro Gheddafi), gli USA di Trump dimostrano il proprio scarso interesse per lo scacchiere libico. Nel quale appoggiano le ambizioni del Governo italiano a giocare un ruolo di leadership in tutte le possibili iniziative per la questione libica: disegnando un progetto dell’Unione Europea per la Libia in cui sarebbe appunto l’Italia – e non la Francia di Macron – l’attore principale. Rispetto a quanto sinora dibattuto in sede UE, specialmente nel vertice comunitario di fine giugno a Bruxelles, sembra evidente che Conte, forte dell’appoggio USA, sta cercando di tracciare una strada alternativa: data anche la perdurante mancanza di certezze, tra i 27 Paesi dell’Unione, sulla futura rete di centri per una migliore accoglienza dei migranti che dovrebbe sostituire, in futuro, i vecchi CIE.

Nuovamente l’Europa al centro anche dell’argomento dazi, di cui pure hanno parlato i due leader: Conte ha dichiarato, infatti, la sua soddisfazione per l’accordo raggiunto giorni fa tra gli USA e la Commissione europea. Per quanto riguarda specificamente l’Italia, Conte ha chiesto a Trump garanzie sulla tutela degli interessi delle imprese italiane, specialmente per i prodotti agroalimentari. Il capo della Casa Bianca si è limitato a un generico accenno alla possibilità che molte aziende americane facciano investimenti in Italia: sottolineando però la necessità di “colmare quanto prima il deficit commerciale” degli States con l’Italia (che vale attualmente 31 miliardi di dollari), con l’invito al Belpaese ad aumentare fortemente le importazioni dagli USA.

Anche in tema di cooperazione energetica, il dialogo Italia-USA non poteva prescindere da un più generale contesto europeo: Trump ha auspicato che venga presto completata la Trans-Adriatica Pipeline (TAP), il gasdotto che, partendo dal Caucaso e passando per Grecia e Albania, dovrebbe portare in Italia gas naturale proveniente dal Mar Caspio, esattamente dall’ Azerbaigian (specialmente, aggiungiamo, una volta risolto il conflitto che dal 1992 oppone questo Paese, ex-repubblica dell’ URSS, all’enclave armena del Nagorno-Karabakh, appoggiata dall’ Armenia e, indirettamente, dalla stessa Russia). Su quest’opera, un po’ come per la TAV Torino-Lione, Conte dovrà sanare i forti dissidi interni alla sua maggioranza (tra M5S e Lega). Mentre proprio con l’Unione Europea sta discutendo attualmente Trump per la costruzione di una decina di nuovi porti in cui far affluire il gas liquido (“Shale gas”), esattamente metano, che negli USA si sta da tempo estraendo da particolari argille derivate dalla decomposizione anaerobica di materia organica.

Dal viaggio di  Conte a Washington, infine, è arrivata la conferma di un’altra collaborazione Italia-USA che può aprire importanti prospettive agli organismi UE: parliamo della “forte e consolidata collaborazione” tra Agenzia spaziale italiana (ASI) e NASA, con lo specifico riferimento ai voli supersonici e suborbitali, per i quali ricerche e  tecnologie dei due Paesi restano tra le prime al mondo Questa collaborazione tra Italia e Stati Uniti è già partita sul piano del suborbitale, un settore per cui l’Italia ha messo in campo un vero e proprio sforzo sistemico (che ha coinvolto, oltre all’ASI, anche l’ENAC e i ministeri di Trasporti e Difesa). Gli obiettivi spiegati dal premier Conte durante la conferenza stampa a Washington riguardano anche la possibilità di “coniugare la tecnologia americana e quella italiana in modo da poter lanciare quanto prima nuovi aerei che, attraversando l’atmosfera, potranno collegare Italia e Stati Uniti in un’ora e mezza; è un progetto – ha aggiunto il premier – su cui mi piacerà entrare nei dettagli prossimamente con l’amministrazione americana”. Sono evidenti le possibilità di positive “ricadute” per l’Agenzia Spaziale Europea, che ha stretti rapporti di collaborazione scientifica e logistica con l’ASI.

Di Fabrizio Federici

Video kmetro0 – Intervista di Daniela Bracco

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