K metro 0 – Bruxelles – L’UE aumenterà la spesa per la difesa militare investendo 6,5 miliardi nei prossimi 7 anni; è quanto è emerso da una sessione congiunta Esteri-Difesa che si è tenuta a Lussemburgo il 25 giugno in vista del prossimo vertice NATO (11-12 luglio): “quella per la sicurezza è una sfida enorme”,
K metro 0 – Bruxelles – L’UE aumenterà la spesa per la difesa militare investendo 6,5 miliardi nei prossimi 7 anni; è quanto è emerso da una sessione congiunta Esteri-Difesa che si è tenuta a Lussemburgo il 25 giugno in vista del prossimo vertice NATO (11-12 luglio): “quella per la sicurezza è una sfida enorme”, ha dichiarato l’alto rappresentante Ue per gli affari esteri e la sicurezza Federica Mogherini, “oggi sono state prese decisioni importanti per portare avanti il lavoro in preparazione del Consiglio Europeo”. Ma l’approvazione del quadro finanziario pluriennale (lo European Defence Fund e lo European Peace Facility) è solo uno dei temi discussi: il Consiglio ha adottato anche una decisione che definisce le regole di governance per i progetti intrapresi nell’ambito della Pesco (cooperazione strutturata permanente) e ha approvato un regolamento che stabilisce i requisiti militari per la mobilità all’esterno e all’interno dell’UE; inoltre è stata approvata una serie di iniziative chiave nella lotta alle cosiddette minacce “ibride”, definizione coniata dalla NATO dopo il fallimento delle primavere arabe (2011) e la proclamazione nel giugno 2014 del quasi del tutto sconfitto califfato, ovvero “avversari capaci di impiegare contemporaneamente mezzi convenzionali e non, adattandoli alle caratteristiche dei propri obiettivi”.
Il Consiglio ha anche approvato il Piano di sviluppo e revisione annuale coordinata sulla difesa (Card), un catalogo di valutazioni militari rispetto agli obiettivi, le priorità e le carenze con lo scopo di fornire una più omogenea e coerente visione d’insieme dei piani nazionali per la difesa e individuare nuove opportunità di collaborazione.
Altra sfida è costituita dalle relazioni transatlantiche nell’ambito della cooperazione NATO- UE. Sia i ministri europei di Esteri e Difesa sia il Segretario Generale della NATO Jens Stoltenberg hanno sottolineato la piena collaborazione in materia di sicurezza, essenziale nell’attuale contesto strategico. Una partnership ratificata il 6 dicembre 2016 con la firma del trattato di Varsavia, dove erano state individuate 42 azioni concrete da attuare in 7 aree di intervento: contrasto alle minacce ibride, cybersicurezza, difesa, aggiornamenti ai settori dell’industria e della ricerca, con un’attenzione particolare all’accesso di piccole e medie imprese, esercitazioni parallele e coordinate e rafforzamento dei rapporti con i paesi cardine dei Balcani e del bacino del Mediterraneo attraverso scambi di informazioni e colloqui informali, in particolare con Bosnia-Erzegovina, Repubblica di Moldova e Tunisia. Altra questione che ha trovato l’accordo tra le due sponde è la cooperazione in mare attraverso i meccanismi dello Shade Med (Shared Awareness and De-Confliction in the Mediterranean), un forum che ha l’obiettivo di coordinare le risorse militari e civili dove i rappresentanti di nazioni e organizzazioni interessate dal fenomeno migratorio possono incontrarsi per coordinare le operazioni di sicurezza marittima (Ms\SO). Questo specifico argomento sara’ , per l’Italia, il più importante da discutere tra pochi giorni a Brussels durante il NATO Summit. La sicurezza del nostro paese passa attraverso la sicurezza dei nostri confini e della nostra società minacciati dalle infiltrazioni terroristiche e malavitose che si potrebbero nascondere nella Hyper Immigration non accuratamente controllata.
Il 15 dicembre 2017 i due Consigli avevano, comunque, approvato altre 32 proposte che affrontano temi come l’antiterrorismo, la mobilità militare e il ruolo delle donne. La prossima relazione NATO-UE sullo stato di attuazione del programma sarà presentata ai due Consigli nel giugno 2019.
di Giuseppe Morabito