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Il “Caso Fournier”, l’ambasciatore francese “controcorrente” rimosso da Macron

Il “Caso Fournier”, l’ambasciatore francese “controcorrente” rimosso da Macron

K metro 0 – Paris – In un contesto  comunitario dove ognuno cerca d’ interpretare a suo favore i punti dell’accordo sulle politiche per l’immigrazione faticosamente raggiunto al Consiglio europeo di Bruxelles, e dove forti sono anche i contraccolpi di quest’ accordo in politica interna (vedi la crisi di governo incombente in Germania, con la

K metro 0 – Paris – In un contesto  comunitario dove ognuno cerca d’ interpretare a suo favore i punti dell’accordo sulle politiche per l’immigrazione faticosamente raggiunto al Consiglio europeo di Bruxelles, e dove forti sono anche i contraccolpi di quest’ accordo in politica interna (vedi la crisi di governo incombente in Germania, con la CSU fortemente contraria alla linea di Angela Merkel), è giunta improvvisamente la notizia della sostituzione, da parte del presidente francese Macron,  dell’ambasciatore in Ungheria, Eric Fournier.

All’origine di tutto, una nota confidenziale dell’ ambasciatore, diffusa dal quotidiano francese online “Mediapart” proprio durante il  vertice di Bruxelles: in cui Fournier criticava fortemente i giudizi della stampa francese e anglosassone nei confronti del governo ungherese di Viktor Orbàn, premier  più volte accusato non solo per la rigida chiusura adottata nei confronti dell’immigrazione extracomunitaria, ma anche per la linea populista e discriminatoria scelta in politica interna, con toni riecheggianti, a volte, il populismo filofascista danubiano degli anni ’30 ( proprio ultimamente, un  alto esponente del Governo ungherese ha dichiarato che il suo Paese sta cercando di realizzare una democrazia “autenticamente cristiana”, pienamente rispondente al cultura e al genuino sentimento del popolo magiaro). Le accuse di populismo estremo, e addirittura di antisemitismo, rivolte ad Orbàn dai mass-media tradizionali, sostiene Fournier nella nota pubblicata da “Mediapart” (citata indirettamente, da un giornalista francese, venerdì 29 giugno in una domanda proprio a Macron), in realtà servirebbero a distrarre l’opinione pubblica europea dal clima subdolamente antisemita che da tempo, per iniziativa soprattutto degli immigrati musulmani, si sta creando proprio in Francia e in Germania. Sabato 30 giugno, la risposta di Macron non s’è fatta attendere: Fournier è stato rimosso (anche se rimarrà nella diplomazia francese), e sostituito con Pascale Andreani, già rappresentante della Francia presso la NATO e l’OCSE.

Quali che siano i motivi più profondi –  e i retroscena – dei giudizi “controcorrente” di Fournier (diplomatico peraltro già noto per altre “esternazioni” avventate, come durante l’altro incarico di ambasciatore in Georgia, dal 2007 al 2011) e della conseguente decisione di rimuoverlo presa da Macron, l’episodio fa riflettere parecchio. Da un lato, sul successo del populismo anti-immigrazione in Europa Centrorientale:  è chiaro che i progetti di bloccare le frontiere ungheresi addirittura con muri e filo spinato son ben altra cosa della  nuova linea di fermezza scelta dal Viminale a guida Salvini, mentre proprio Orbàn sta cercando di strumentalizzare le conclusioni del consiglio di Bruxelles parlando di vittoria del “Gruppo di Visegrad” (gruppo da cui, peraltro, sta già iniziando a smarcarsi la laica, e disincantata, Repubblica Ceca).

Dall’altro, va onestamente riconosciuto, sul pericolo, per l’opinione occidentale, di sottovalutare l’ondata di antisemitismo (e, più in generale, antioccidentalismo, antidemocrazia) strisciante che, ormai da anni, serpeggia in Francia (dalle profanazioni di cimiteri ebraici agli attentati antisemiti di Tolosa del 2012, sino ai casi “Charlie Hebdo” e “Bataclan”) e in Germania. In ambedue i Paesi, sull’ onda dell’inquietante connubio tra l’integralismo di stampo islamico e le peggiori reviviscenze dei regimi d’ estrema destra degli anni ’30- ’40. Mentre Emmanuel Macron ora sta visitando l’Africa, per esporre – al summit mauritano dell’Unione Africana, e poi in Nigeria – le ragioni di una Francia che dovrebbe aver fortemente ripudiato il suo passato colonialista, ci domandiamo: è possibile che la nostra tanto decantata opinione laica occidentale, per aprire gli occhi su tutti questi problemi, debba avere bisogno delle esternazioni d’un diplomatico maldestro(?) e guascone (più che francese…)?

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