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UE: negoziati per riformare gli accordi Schengen

UE: negoziati per riformare gli accordi Schengen

K metro 0 – Roma – Lo scorso 19 giugno, i 28 ambasciatori dell’UE in occasione del Coreper hanno approvato, a nome del Consiglio, un mandato per avviare i negoziati per una proposta che modifica il codice sulle frontiere Schengen a favore di un ripristino temporaneo dei controlli alle frontiere interne. Sulla base di questo mandato, la presidenza del

K metro 0 – Roma – Lo scorso 19 giugno, i 28 ambasciatori dell’UE in occasione del Coreper hanno approvato, a nome del Consiglio, un mandato per avviare i negoziati per una proposta che modifica il codice sulle frontiere Schengen a favore di un ripristino temporaneo dei controlli alle frontiere interne. Sulla base di questo mandato, la presidenza del Consiglio avvierà negoziati con il Parlamento europeo a seguito della questione dei migranti. La proposta mira a fornire maggiore flessibilità agli Stati membri per affrontare gravi minacce di ordine pubblico o di sicurezza interna e, d’altro canto, per garantire che la reintroduzione dei controlli alle frontiere interne sia utilizzata solo come ultima risorsa.

Per affrontare gravi minacce per l’ordine pubblico o la sicurezza interna, la modifica proposta consentirebbe di reintrodurre i controlli alle frontiere interne per lo stesso motivo per un periodo totale non superiore a un anno. Includerebbe inoltre una serie di misure di sicurezza che dovrebbero essere soddisfatte al fine di garantire la proporzionalità e la necessità di tali misure, compresa una valutazione dei rischi e meccanismi di consultazione. Quando i controlli alle frontiere interne vengono effettuati per più di sei mesi, la Commissione emetterà un parere in merito. Già Il 27 settembre 2017 la Commissione aveva presentato una comunicazione sulla conservazione e il rafforzamento di Schengen, accompagnata da una proposta di modifica del codice frontiere Schengen, nonché da una raccomandazione sull’attuazione dell’attuale normativa sul codice di frontiera di Schengen relativa ai controlli alle frontiere interne.

La questione Schengen e quella dei migranti saranno gli argomenti principali del prossimo vertice europeo di fine giugno e secondo alcuni analisti è messa in discussione la stessa sopravvivenza di Schengen. Prima del vertice di fine giugno,  è previsto per questa domenica, un pre-Summit con 10 paesi partecipanti. Questo è presieduto a Bruxelles dal presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker. Italia, Germania, Francia, Spagna, Olanda, Belgio, Austria, Bulgaria, Malta e Grecia saranno i paesi partecipanti. In questo pre-summit proposto dalla Cancelliera Angela Merkel non sarà facile coniugare le distanti posizioni tra i partecipanti sugli argomenti di discussione  che saranno: la possibilità di respingere alla frontiera i richiedenti asilo entrati nell’Ue da un altro Stato membro e gli spostamenti dei richiedenti asilo tra i vari stati della Ue.

Nel frattempo nel recente incontro tra Merkel e Emmanuel Macron a Meseberg, questi hanno affermato l’esigenza di accordi bilaterali per facilitare il trasferimento dei richiedenti asilo nei paesi di primo ingresso. Macron in questo incontro ha dichiarato riferendosi indirettamente all’Italia: “Parigi e Berlino lavoreranno affinché i migranti registrati nel primo paese della zona Schengen possano essere ripresi il più presto possibile nel paese in cui sono stati registrati”. Naturalmente queste parole non sono piaciute al governo italiano. Nel pre-summit e nel summit di fine mese se non si trova un accordo il rischio è che il ministro dell’Interno tedesco, come minacciato, disponga  di respingere i migranti al confine tedesco e l’Austria potrebbe decidere di non accoglierli sancendo di fatto la fine di Schengen. Juncker, critico sul patto di Dublino ormai affida tutte le speranze di accordo tra i paesi UE a questo pre-summit di domenica prossima  e rispondendo alla domanda di un cronista ha dichiarato: “Se tutti gli Stati membri avessero seguito le proposte di revisione di Dublino, non saremmo arrivati al problema a cui siamo oggi”. Juncker ha poi aggiunto: “Non sono stato io ad avere convocato la riunione” e “Non presiederò una riunione tra stati membri – ha aggiunto Juncker – ma siccome altri si rifiutano di farlo è necessario che ci sia qualcuno che lo fa…”.

Tra  i pareri di esperti nel settore immigrazione e sicurezza sulla questione Schengen, vi è Marco Pacciotti, responsabile forum immigrazione che su questo argomento ha dichiarato:”Schengen rappresenta per l’Europa, uno degli aspetti che l’ha caratterizzata maggiormente in questi anni, al di là e oltre l’essere una semplice associazione tra singoli stati o un’unione monetaria e finanziaria. E’ quell’accordo che ha permesso la libera circolazione all’interno dell’Europa dei cittadini europei e ha quindi contribuito a costruire uno spirito, o almeno così doveva essere, di appartenenza a qualcosa di più grande di una singola nazione. Ridiscuterlo ora, rimettere i confini, dazi, tornare a controllare le frontiere significa un passo indietro inspiegabile tanto più per le cause che vengono apportate, cioè quella della presenza di qualche centinaio di migliaia di cittadini stranieri dentro uno spazio geopolitico di oltre 500 milioni. Tornare indietro per paura è sempre sbagliato e aver paura di poche centinaia di migliaia di persone, che anzi servono all’Europa così come dimostrano i dati demografici è sbagliato e assurdo e rappresenta pura propaganda politica”.

Dal punto di vista della sicurezza Il Generale Giuseppe Morabito,  già direttore della Nato Middle East facolty e esperto di sicurezza sulla questione shengen ha detto: “Riguardo alla discussione aperta sugli accordi di Schengen e atteso che la Germania potrebbe iniziare a respingere i migranti al confine austriaco si configura la fine del trattato e un possibile isolamento dell’Italia. Se alcuni paesi UE inizieranno a respingere alla frontiera i richiedenti asilo in altro stato membro e cioè bloccheranno i movimenti secondari da altri paesi UE si potrà dichiarare la fine del trattato. L’Italia si troverebbe nella situazione di essere, quale paese di primo ingresso della stragrande maggioranza degli immigrati, a dover fronteggiare il rientro/respingimento nel nostro paese di chi è stato registrato qui. Bisogna definire in modo chiaro le regole dell’accoglimento primario che grava principalmente sull’Italia, in particolare sul rientro secondario, procedendo alla ricollocazione solidale in tutta l’UE compresi i paesi del gruppo di Visegrad.”

Già adesso vi sono state delle modifiche recenti al codice delle frontiere schengen che serviranno a creare migliori condizioni di viaggio per coloro che sono viaggiatori legittimi, nonché procedure di candidatura più chiare e veloci come: Permettere ai viaggiatori di presentare domande da 6 mesi a 15 giorni prima del viaggio; Dare la possibilità di archiviare e firmare il modulo di domanda in modo elettronico. Definire quali stati membri hanno l’autorità per elaborare la richiesta se riguarda più visite in paesi diversi; definire un approccio più semplice e veloce per il rilascio dei visti per ingressi multipli e aumentando gradualmente la validità da 1 a 5 anni. Un’altra questione che dovrebbe essere risolta attraverso il codice di Schengen modificato è il costo dell’elaborazione del visto che dovrebbe aumentare a 80 euro. È incluso anche un meccanismo per valutare queste tasse ogni tre anni. Adesso con Schengen si potrà consentire alla Commissione europea di valutare costantemente la cooperazione di un paese terzo con il rimpatrio di immigrati clandestini. Se il paese terzo non collabora, consente alla Commissione di imporre misure restrittive in materia di visti e tasse.

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