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Finanza sostenibile: rendere i mercati finanziari un incisivo strumento di contrasto dei cambiamenti climatici

Finanza sostenibile: rendere i mercati finanziari un incisivo strumento di contrasto dei cambiamenti climatici

Commissione europea – Comunicato stampa Bruxelles, 24 maggio 2018 La Commissione adotta oggi le prime misure concrete che daranno al settore finanziario dell’UE un ruolo predominante nel conseguimento di un’economia più verde e più pulita. Le proposte presentate oggi confermano che l’Europa è determinata ad assumere il ruolo di leader globale nella lotta ai cambiamenti

Commissione europea – Comunicato stampa

Bruxelles, 24 maggio 2018

La Commissione adotta oggi le prime misure concrete che daranno al settore finanziario dell’UE un ruolo predominante nel conseguimento di un’economia più verde e più pulita.

Le proposte presentate oggi confermano che l’Europa è determinata ad assumere il ruolo di leader globale nella lotta ai cambiamenti climatici e nell’attuazione dell’accordo di Parigi. Il coinvolgimento del settore finanziario darà un notevole impulso agli sforzi volti a ridurre la nostra impronta ecologica, migliorando la sostenibilità e la competitività dell’economia dell’UE.

L’iniziativa, che dà seguito al primo piano d’azione dell’UE sulla finanza sostenibile, permetterà di sfruttare appieno l’influenza del settore finanziario per contrastare i cambiamenti climatici.Vi sono valide ragioni per mettere questo settore al servizio del nostro pianeta: in primo luogo, le conseguenze dei cambiamenti climatici stanno già minacciando la stabilità finanziaria e provocando ingenti danni economici dovuti a inondazioni, erosione del suolo o siccità. L’importo delle perdite riconducibili a eventi catastrofici e coperte dalle assicurazioni nel 2017 ammonta a 110 miliardi di euro, la cifra più alta mai registrata. In secondo luogo, molti degli investimenti odierni rischiano di rivelarsi inutili se non affrontiamo in tempo la realtà del riscaldamento globale. Infine, dovremmo sfruttare al meglio le opportunità commerciali offerte dalle attività economiche sostenibili. Il settore finanziario dell’UE ha il potenziale di far crescere esponenzialmente la finanza sostenibile e diventare capofila mondiale in questo campo. Ciò dovrebbe avere un effetto positivo sulla crescita economica e la creazione di posti di lavoro, oltre a sostenere l’obiettivo dell’Unione dei mercati dei capitali (UMC) di creare un collegamento tra la finanza e le esigenze sia dell’economia europea, sia dell’agenda dell’UE per lo sviluppo sostenibile.

Valdis Dombrovskis, Vicepresidente responsabile per la Stabilità finanziaria, i servizi finanziari e l’Unione dei mercati dei capitali, ha affermato: «Dobbiamo investire in progetti che siano compatibili con i nostri obiettivi di decarbonizzazione e con la lotta contro i cambiamenti climatici: è importante non solo per l’ambiente e l’economia, ma anche per la stabilità finanziaria. Tra il 2007 e il 2016, le perdite economiche imputabili a condizioni atmosferiche estreme sono aumentate dell’86%. Le proposte presentate oggi dimostrano che l’Unione europea è decisa a garantire che i nostri investimenti vadano nella giusta direzione, grazie a misure che mirano a indirizzare il grande potere dei mercati dei capitali verso la lotta contro i cambiamenti climatici e a promuovere la sostenibilità.»

Jyrki Katainen, Vicepresidente responsabile per l’Occupazione, la crescita, gli investimenti e la competitività, ha dichiarato: «Per conseguire gli obiettivi climatici dell’UE per il 2030 è necessario investire circa altri 180 miliardi di euro all’anno nel settore dell’efficienza energetica e delle energie rinnovabili; per finanziare gli investimenti sostenibili non si può prescindere dalla mobilitazione di capitali privati. Il Fondo europeo per gli investimenti strategici (FEIS) sta già raccogliendo dal privato per raggiungere questo traguardo. Le proposte che la Commissione presenta oggi aumenteranno la trasparenza della finanza sostenibile e delle relative opportunità di investimento, in modo da fornire agli investitori informazioni attendibili perché possano fare la loro parte nella transizione verso un’economia circolare, a basse emissioni di carbonio ed efficiente sotto il profilo delle risorse.»

Assisteremo a una quantità maggiore di investimenti in attività sostenibili grazie ai criteri stabiliti nelle nuove norme, in base a cui sarà possibile determinare se un’attività si qualifica come tale. Questo sistema armonizzato di classificazione (o “tassonomia”) a livello europeo sarà particolarmente utile agli investitori, che spesso non dispongono di informazioni sufficienti per stabilire se un investimento è verde. Tutti i soggetti finanziari che gestiscono investimenti a nome di clienti o beneficiari saranno infatti tenuti a informarli dell’impatto delle loro attività sul pianeta o sull’ambiente locale. Le nuove norme daranno quindi maggiori possibilità di scelta a chi desidera investire nel futuro del pianeta ricavandone un utile.

Principali caratteristiche delle misure

  1. Un sistema di classificazione unificato a livello dell’UE (“tassonomia”): la proposta definisce criteri armonizzati per stabilire se un’attività economica è ecosostenibile. La Commissione individuerà poco a poco le attività che soddisfano tali criteri, tenendo conto delle pratiche e delle iniziative attuali del mercato e avvalendosi della consulenza di un gruppo tecnico di esperti che è al momento in fase di costituzione. Ciò dovrebbe fare chiarezza sulle attività considerate ecosostenibili, per consentire agli operatori economici e agli investitori di prendere decisioni più informate. Potrebbe anche rappresentare un punto di partenza per la definizione di norme tecniche e marchi per i prodotti finanziari sostenibili, preannunciata nel piano d’azione della Commissione sulla finanza sostenibile.
  1. Obblighi degli investitori e adempimenti informativi: la proposta di regolamento introdurrà coerenza e chiarezza sulle modalità con cui gli investitori istituzionali (ad esempio i gestori di patrimoni, le compagnie di assicurazione, i fondi pensionistici e i consulenti finanziari) integrano i fattori ambientali, sociali e di governance (ESG) nel loro processo decisionale. Requisiti più precisi saranno definiti tramite atti delegati adottati dalla Commissione in una fase successiva. I gestori di patrimoni e gli investitori istituzionali dovrebbero inoltre dimostrare in che modo i loro investimenti si allineano con gli obiettivi ESG e rendere noto come adempiono agli obblighi previsti.
  1. Indici per investimenti a basso impatto di carbonio: le norme proposte creeranno una nuova categoria di indici, comprendente l’indice di basse emissioni di carbonio (cioè la versione “decarbonizzata” degli indici standard) e gli indici di impatto positivo in termini di carbonio. Questo nuovo standard di mercato dovrebbe riflettere l’impronta di carbonio delle imprese e fornire agli investitori maggiori informazioni sull’impatto di un determinato portafoglio di investimenti in termini di emissioni. Mentre l’indice di basse emissioni di carbonio sarebbe basato su un indice standard di “decarbonizzazione”, quello relativo all’impatto positivo permetterebbe a un portafoglio di investimenti di allinearsi meglio con l’obiettivo dell’accordo di Parigi di limitare il riscaldamento globale a meno di 2 °C.
  2. Una migliore consulenza ai clienti in materia di sostenibilità: la Commissione ha avviato una consultazione per valutare come integrare in maniera efficace considerazioni d’ordine ambientale, sociale e di governance nella consulenza fornita dalle imprese di investimento e dai distributori di prodotti assicurativi ai singoli clienti. Si tratta di un’iniziativa propedeutica alla modifica degli atti delegati che attuano la direttiva relativa ai mercati degli strumenti finanziari (MiFID II) e la direttiva sulla distribuzione assicurativa. Secondo le norme proposte, nel valutare se un prodotto di investimento soddisfa le esigenze del cliente, le imprese dovrebbero prenderne in considerazione anche le preferenze in materia di sostenibilità. Ciò dovrebbe consentire a un più ampio numero di investitori di avere accesso a investimenti sostenibili.

Contesto

Con l’accordo di Parigi sui cambiamenti climatici e l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile, l’UE e vari governi del mondo si sono impegnati a favore di un’economia e una società più sostenibili. L’UE si sta già rivelando determinante grazie al quadro per l’energia e il clima 2030, all’Unione dell’energia, al piano d’azione per l’economia circolare e all’attuazione dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. Queste iniziative sono alla base del progetto dell’Unione dei mercati dei capitali.

Gli attuali livelli di investimento non sono sufficienti a sostenere un sistema economico ecocompatibile e che sia anche in grado di contrastare i cambiamenti climatici e l’esaurimento delle risorse. Per realizzare gli obiettivi dell’UE per il 2030 definiti dall’accordo di Parigi servono circa 180 miliardi di euro annui di investimenti extra: per colmare questo divario è indispensabile dirigere più capitale privato verso investimenti sostenibili. Il primo passo della Commissione in tal senso è stato il piano d’azione per finanziare la crescita sostenibile dell’8 marzo 2018. Il piano si basa sulla relazione finale del gennaio 2018, a cura di un gruppo di esperti di alto livello sulla finanza sostenibile che la Commissione aveva istituito nel 2016. La Commissione ha anche condotto una consultazione pubblica sugli obblighi degli investitori istituzionali e dei gestori di attività per quanto riguarda la sostenibilità.

Il 22 marzo 2018 la Commissione ha organizzato una conferenza di alto livello in cui si sono discusse le modalità migliori per mettere in pratica la sua strategia di finanza sostenibile. La conferenza ha confermato l’impegno dei leader dell’UE e dei principali attori privati a sostenere i cambiamenti necessari per il sistema finanziario e per quello economico.

Per ulteriori informazioni

Comunicato stampa

NOTA

Scheda informativa

Maggiori informazioni sulla finanza sostenibile

IP/18/3729

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Informazioni al pubblico: contattare Europe Direct telefonicamente allo 00 800 67 89 10 11

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