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Tissone (Silp Cgil). Sicurezza in Europa, indirizzi e strategia

Tissone (Silp Cgil).  Sicurezza in Europa, indirizzi e strategia

Tissone (Silp Cgil).  Sicurezza in Europa, indirizzi e strategia. Migranti, inclusione e coesione sociale Intervista di Alessandro Cardulli Le cronache ci raccontano episodi di violenza che si verificano nei diversi paesi che fanno capo alla Unione europea. Non si tratta solo di terrorismo che vive momenti di grave esplosione, provocando morti e distruzione. Parliamo di

Tissone (Silp Cgil).  Sicurezza in Europa, indirizzi e strategia. Migranti, inclusione e coesione sociale

Intervista di Alessandro Cardulli

Le cronache ci raccontano episodi di violenza che si verificano nei diversi paesi che fanno capo alla Unione europea. Non si tratta solo di terrorismo che vive momenti di grave esplosione, provocando morti e distruzione. Parliamo di criminalità comune che compare sempre più spesso nelle pagine di cronaca dei giornali, nei servizi televisivi. I nuovi media rischiano di diventare pericolose casse di risonanza.  C’è in Europa un problema di sicurezza e al tempo stesso di “Inclusione”, “Coesione sociale”. Lo affrontiamo con un “esperto” che vive sul campo, Daniele Tissone, segretario generale del Silp Cgil, il sindacato che organizza lavoratrici e lavoratori della Polizia di Stato.

Domanda: quale è “luogo” dove   prendono corpo indirizzi e strategia in materia di sicurezza della Unione europea?

Tissone: Dovendo parlare di sicurezza in Europa non si possono preliminarmente trascurare quegli aspetti, peraltro già in vigore o in fase di prossima attuazione che riguardano la cooperazione di polizia nell’EU. Le direzionali che governano forme e strumenti cooperativi seguono, come noto, due direttrici stabilite dal T.F.U.E. (trattato sul funzionamento dell’Unione Europea) richiamate con gli artt. 67-87 e 89, che prevedono, per esempio, accordi bilaterali tra i governi spesso sottoscritti dai ministri pro-tempore dell’Interno. Nello specifico e per i temi che interessano la sicurezza vera e propria le discussioni politiche degli attori istituzionali europei si focalizzano in seno ai Consigli e, in particolare, presso il Consiglio Affari Interni ove si operano scelte di natura politica su temi riguardanti l’immigrazione, il terrorismo, la criminalità organizzata e cibernetica e le droghe. Le decisioni derivanti da tali organismi possiedono forma di Regolamenti e Direttive per loro natura con poteri e ambiti limitati. Ad ogni buon conto, indirizzi e strategie della UE in materia di sicurezza, passato il vaglio tecnico-politico, debbono necessariamente rispecchiare specifici principi cardine vedasi, per esempio, le responsabilità in materia di ordine e sicurezza pubblica ove l’Unione interviene, esclusivamente, in forza del principio di sussidiarietà.

Domanda: quali sono gli indirizzi strategici, politici, nel senso proprio della parola e dove si formalizzano? Quale il ruolo dell’Italia

Tissone: Gli indirizzi strategici di indirizzo politico dell’Unione sono oggi prevalentemente sostanziati sul versante delle minacce per la sicurezza interna fissando “priorità e interventi al contrasto al terrorismo con specifico riguardo alla prevenzione e alla radicalizzazione, alla gestione integrata delle frontiere esterne nonché alla lotta alla criminalità organizzata”. Sotto il profilo della collaborazione interna il nostro Paese si è già dotato in data 6 maggio 2004, di uno specifico Comitato di Analisi Strategica Antiterrorismo (CASA), organismo unico nel suo genere che mette insieme le competenze delle Polizia Giudiziaria e dei Servizi di Intelligence per la prevenzione e la condivisione di tutte le informazioni relative alla minaccia terroristica interna ed esterna

Domanda: Quale valutazione dà sul rapporto attualmente esistente nel settore della sicurezza fra i paesi dell’Unione. Si tratta di temi fondamentali sui quali spesso si ha la sensazione che si potrebbe fare qualcosa di più.

Tissone: Trattandosi di temi importanti e strategici per la sicurezza dell’Unione e dei Paesi membri andrebbe previsto un maggior scambio di informazioni e condivisione delle banche dati dei singoli Paesi che dovrebbero divenire interoperabili facilitando, in tal modo, il lavoro degli operatori di polizia. Oltre alla revisione del regolamento ETIAS ci si dovrà in seguito maggiormente concentrare anche sulla qualità, sicurezza e protezione dei dati esistenti attraverso mirati finanziamenti e sempre più adeguate forme di addestramento degli operatori di polizia. Occorre, infine, concentrare “settorialmente” ogni tipo di attività investigativa vedasi le nuove attribuzioni in materia di Antiterrorismo oggi affidate alla Direzione Nazionale Antimafia Italiana. (DNA). Senza prevedere nuovi strumenti legislativi, oltre a quelli già introdotti attraverso i Regolamenti EU nr. 98/2013 e con la legge 43/2015 del nostro Paese, andrebbe fatta sempre più attenzione al monitoraggio del web, luogo ove si formano e addestrano potenziali cellule grazie all’ausilio fornito dai siti fondamentalisti.

Domanda: proprio di recente sono venuti alla luce episodi, in particolare alle frontiere, che pongono domande che riguardano problemi fondamentali come quelli relativi alle migrazioni.

Tissone: Sul tema delle migrazioni, anche qui, i ritardi e l’approccio dell’Unione ad un problema epocale come quello in atto non può definirsi, ad oggi, ottimale. Tralasciando gli aspetti umanitari che avrebbero potuto e potrebbero ancora oggi dare spazio a soluzioni diverse rispetto ai molteplici e complessi problemi esistenti vedasi, per esempio, la mancata istituzione di appositi “corridoi” e con un impegno e una sensibilità diversa da parte dell’Unione, mi soffermerei sugli aspetti prettamente legati al tema della sicurezza affermando che le “radicalizzazioni” hanno purtroppo la faccia di medaglie diverse per poter essere affrontate sempre con i soliti, medesimi approcci. Il terrorismo internazionale si alimenta infatti spesso e di frequente del consenso di eserciti secondari costituiti da diseredati, emarginati e da esclusi.

Domanda: si avverte il rischio che spesso nell’opinione pubblica prevalga la parola “repressione” rispetto ai “diritti “delle persone.  Come conciliare queste due parole molto importanti destinata a segnare il nostro futuro, il futuro dell’Europa?

Tissone: Proprio per la domanda che pone e ben prima delle risposte penali o securitarie è oggi quanto mai urgente approntare risposte in chiave di emancipazione sociale e culturale di tutela dei bisogni fondamentali di tutti gli individui.  Da qui la considerazione che ogni ossessione securitaria che estremizzi l’intervento repressivo senza interessarsi dei diritti fondamentali delle persone come l’eguaglianza e la solidarietà sociale, non potrà mai risolvere fino in fondo questioni che potrebbero trovare, invece, adeguate risposte arginando i disagi esistenziali e la disintegrazione socioculturale crescente.

Domanda: cosa si sente di suggerire a conclusione della intervista per assicurare un futuro migliore ai cittadini della nostra Europa ed a coloro che in questo vecchio continente cercano condizioni di vita migliori, una vita degna di essere vissuta?

Tissone: Occorre, al più presto, agire attraverso interventi che privilegino l’integrazione sociale e culturale nel medio e lungo periodo come previsto dalle Carte dei diritti che invitano tutti gli Stati membri a prevenire estremismi e terrorismo promuovendo “l’inclusione e la coesione sociale”. Per rendere non attecchibile il terreno di coltura nel quale si alimentano i fenomeni terroristici bisogna perciò mutare le esistenti condizioni esistenziali, economiche e culturali al fine di ridurre al massimo il disagio individuale e sociale delle persone. Forse, questa, è la ricetta migliore per una maggiore sicurezza nel nostro Continente.

Daniele Tissone . Segretario Generale SILP CGIL

Daniele Tissone Commissario di Polizia é segretario generale del Silp cgil dal marzo del 2013. Veste la divisa dal 1° aprile 1981 giorno di entrata in vigore della riforma di Polizia. Ha alle spalle un lungo percorso professionale; è stato responsabile della sezione polizia postale e delle comunicazioni di Savona e si è occupato di attività investigative e di formazione del personale. Ha svolto incarichi di docenza sulla sicurezza delle reti informatiche presso la facoltà di ingegneria dell’università di Genova. Collabora con riviste e testate di stampo sindacale ed è blogger di Huffinghtonpost.

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