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Italia dovrà rispondere all’Ue per violazione norme antismog

Italia dovrà rispondere all’Ue per violazione norme antismog

K metro 0 – Bruxelles – L’Unione europea ha aperto tre procedure legali contro l’Italia, per violazione delle norme Ue sull’inquinamento atmosferico, chiedendo alla Corte di Giustizia europea di esprimersi sulla qualità dell’aria, sulla mancata cura della Xylella e sul ritardo nella gestione dei rifiuti radioattivi, casi per cui erano già in corso delle procedure

K metro 0 – Bruxelles – L’Unione europea ha aperto tre procedure legali contro l’Italia, per violazione delle norme Ue sull’inquinamento atmosferico, chiedendo alla Corte di Giustizia europea di esprimersi sulla qualità dell’aria, sulla mancata cura della Xylella e sul ritardo nella gestione dei rifiuti radioattivi, casi per cui erano già in corso delle procedure di infrazione. Ora, se l’Italia non dovesse proporre subito delle soluzioni, la Commissione Europea potrà applicare delle sanzioni. Infatti, la presenza di polveri sottili nell’atmosfera ha superato i limiti giornalieri consentiti in 28 zone, tra cui Lazio, Veneto, Lombardia e Piemonte. Già durante lo scorso anno, era stato chiesto al Ministero dell’Ambiente, dalla Commissione, di adottare delle misure per abbattere il particolato, Pm10, la componente che alimenta lo smog nelle grandi città, i cui livelli restano troppo elevati, non solo in diverse aree della Val Padana, una delle pianure meno ventose del mondo a causa della sua particolare orografia, ma anche in altre città, come Roma e Palermo. Proprio riferendosi alla Pianura Padana, Karmenu Vella, Commissario Ue all’ambiente, ha dichiarato: “E’ vero che esistono problemi specifici in alcune aree geografiche, ma abbiamo esempi di questo tipo di aree in cui Stati membri e regioni sono riusciti a trovare delle soluzioni”.

Inoltre, è in aumento anche la quantità di biossido d’azoto. Quindi urge un piano di interventi, le misure adottate fino ad ora (la Strategia energetica nazionale (Sen), il cui obiettivo è di decarbonizzare l’Italia entro il 2030, le limitazioni delle emissioni in ambito agricolo e per le biomasse, i blocchi del traffico) non sono sufficienti. A fine gennaio, Vella aveva avvertito che, in assenza di misure efficaci, sarebbe stato inevitabile il deferimento in Corte per i Paesi che violano le norme Ue antinquinamento. Per quanto riguarda la diffusione della Xylella in Puglia, organismo nocivo per le piante, l’Italia non è intervenuta in modo efficace, mentre compito degli Stati membri è di adottare tutte le misure necessarie all’eradicazione della Xylella per evitarne la diffusione in altri paesi. Inoltre, l’Italia non ha notificato, entro i termini previsti dalle norme Ue, il programma nazionale di gestione dei rifiuti radioattivi e del combustibile nucleare esaurito. Già lo scorso luglio l’Italia aveva ricevuto un parere motivato insieme ad Austria, Croazia, Repubblica ceca e Portogallo.

Altri paesi saranno deferiti alla Corte: Francia, Germania, e Regno Unito per l’inquinamento da biossido di azoto, Romani e Ungheria, come per l’Italia, per quello da Pm10.

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