K metro 0 – Novità positive, in Italia, per quanto riguarda detenzione e acquisizione di armi destinate all’ uso civile. Il Governo uscente, infatti, pochi giorni fa ha recepito una direttiva UE del marzo 2017 che vuole creare, in ogni Paese membro, una sorta di “anagrafe delle armi”, per rendere più restrittive normative nazionali spesso
K metro 0 – Novità positive, in Italia, per quanto riguarda detenzione e acquisizione di armi destinate all’ uso civile. Il Governo uscente, infatti, pochi giorni fa ha recepito una direttiva UE del marzo 2017 che vuole creare, in ogni Paese membro, una sorta di “anagrafe delle armi”, per rendere più restrittive normative nazionali spesso dalle maglie larghe, e limitare il più possibile la circolazione delle armi leggere in un Europa che da anni è costretta a convivere con la violenza.
Il decreto che recepisce la direttiva UE (che non è comunque definitivo, ma dovrà passare al vaglio delle competenti commissioni parlamentari) non riguarda l’esportazione, l’importazione e il transito temporaneo dei materiali d’armamento: ma solo le armi già in circolazione nel Paese (7 milioni, secondo l’ultimo censimento del 2016: in tutta Europa, sono 80 milioni circa). Le nuove norme prevedono la creazione d’ un “sistema di tracciabilità delle armi”, che impone di conoscere in modo certo la data di fabbricazione e distruzione d’ ogni arma da fuoco: sistema che verrà immesso in una piattaforma informatica europea, che consentirà lo scambio di informazioni tra i Paesi membri. Vengono poste, inoltre, regole precise per la disattivazione delle armi, e sono severamente vietate le armi “camuffate”, cioè costruite o trasformate in modo da assumere le caratteristiche esteriori d’un altro oggetto. La direttiva UE, infine, riduce da 6 a 5 anni la durata delle licenze di tiro a volo e di caccia di nuova emissione, mentre non modifica la disciplina di base del porto d’armi, nè si occupa del collezionismo di armi antiche. Vale per tutti, però, la nuova regola che chiunque chieda il nullaosta all’ acquisto di armi, o ne abbia a qualsiasi titolo la disponibilità, d’ora in poi dovrà produrre, all’ atto del ritiro del documento, un autocertificazione attestante di aver avvisato i familiari conviventi maggiorenni ( compresi, quindi, i membri delle unioni civili istituite dalla legge del 2016 e i semplici conviventi “more uxorio”) del rilascio appunto dei documenti necessari per acquisire l’arma.
La nuova disciplina comunitaria si inserisce, per l’Italia, in un quadro normativo nazionale comunque già severo (ad esempio, anche chi acquista, per semplice collezionismo, sciabole e lame affilate deve impegnarsi a conservarle, in casa, in appositi armadi che non siano facilmente accessibili ai familiari, specie se minori). Commenti positivi al decreto di recepimento sinora sono venuti soprattutto dal Silp- Cgil (che 3 anni fa fu l’unico sindacato di polizia italiano convocato all’ Europarlamento per un’audizione relativa appunto a questa direttiva, allora in gestazione). “La necessità di disciplinare in maniera coerente e unitaria, nel Vecchio Continente, il controllo, l’acquisizione e la detenzione delle armi”, ha detto Daniele Tissone, segretario generale del Silp-Cgil,”…è e deve restare una priorità”. Allora “Il recepimento da parte del governo in carica della direttiva europea in materia di armi…è un fatto estremamente positivo per la sicurezza dei cittadini”.
Le norme nazionali sulla possibilità, invece, d’usare le armi per legittima difesa potrebbero subire modifiche se nascerà il progettato governo Lega-M5S (la Lega, infatti, da tempo ha in programma di rivedere la legge del 2017 sulla legittima difesa in caso d’ irruzione di malintenzionati in abitazioni, negozi o pubblici esercizi, prevedendo la possibilità anche di sparare uccidendo l’aggressore). In ogni caso, la direttiva UE del marzo 2017 si inserisce in un generale fenomeno eurooccidentale di contenimento della circolazione e dell ‘uso di armi da fuoco. Negli stessi USA, del resto, da sempre arroccati su una linea ultraliberista (si possono tranquillamente acquistare armi anche per posta), il neonato movimento “Save our lives” (sorto proprio dalla reazione dell’ opinione pubblica ai troppi casi di uccisioni di cittadini, anche minorenni, e spesso, per tragici equivoci o eccessiva “disinvoltura” nel fuoco, da parte anche delle forze dell’ ordine) ha portato ultimamente la stessa amministrazione Trump ad annunciare modifiche restrittive alle norme sulla circolazione e l’ uso delle armi (ricalcando, in questo caso, le orme dell’ amministrazione Obama).
di Fabrizio Federici