Mogherini: “Israele rispetti il diritto alle proteste pacifiche e il principio dell’uso proporzionato della forza. Hamas e chi guida i cortei facciano in modo che siano non violenti, non li sfruttino ad altri fini” K metro 0 – Medio Oriente – Nel giorno dell’inaugurazione dell’ambasciata statunitense, trasferitasi da Tel Aviv a Gerusalemme che coincide anche con
Mogherini: “Israele rispetti il diritto alle proteste pacifiche e il principio dell’uso proporzionato della forza. Hamas e chi guida i cortei facciano in modo che siano non violenti, non li sfruttino ad altri fini”
K metro 0 – Medio Oriente – Nel giorno dell’inaugurazione dell’ambasciata statunitense, trasferitasi da Tel Aviv a Gerusalemme che coincide anche con il 70° anniversario della fondazione di Israele si sono verificate diverse manifestazioni di protesta soprattutto nella striscia di Gaza con almeno 62 vittime, tra loro anche 8 bambini e una neonata e quasi 3.000 i feriti. È il giorno più sanguinoso nel conflitto israelo-palestinese dalla guerra del 2014. Gli ospedali di Gaza hanno fatto richiesta alla popolazione palestinese di massicce donazioni di sangue per far fronte all’emergenza. Le autorità hanno chiesto l’aiuto anche all’Egitto per l’invio di medici e per il trasferimento dei feriti più gravi oltre frontiera. Le manifestazioni erano iniziate già dal mattino dove piccoli gruppi di manifestanti hanno cominciato a lanciare pietre verso i soldati, che hanno risposto sparando. Vi sono stati scontri anche in Cisgiordania, durante la marcia di protesta partita da Ramallah e diretta alla barriera di sicurezza di Qalandiyah, vicino Gerusalemme, e a nord di Betlemme, a Nablus e a Gerico.
L’esercito israeliano accusa Hamas di “dirigere un’operazione terroristica facendosi scudo con le masse di persone in 10 località di Gaza” e di volersi infiltrare in territorio israeliano in vari punti per colpire gli israeliani.
Si riunisce al Palazzo di Vetro il Consiglio di sicurezza. Per il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, la carneficina al confine della Striscia di Gaza durante la protesta di lunedì evidenzia il bisogno assoluto di una soluzione politica alla crisi mediorientale, ribadendo il credo nella soluzione dei “due Stati, che permetterebbe a palestinesi e israeliani di vivere insieme, in pace e sicurezza”. Israele “sta compiendo un massacro” a Gaza, ha denunciato il governo palestinese, mentre la Turchia ha additato gli Usa come “corresponsabili” della carneficina. ‘Mentre l’ambasciatrice Usa all’Onu, Nikki Haley,ha dichiarato: “I palestinesi usano la scusa dell’ambasciata Usa a Gerusalemme per atti di violenza contro Israele. Ogni Paese ha diritto di difendere se stesso. Ogni vittima causata dalle recenti violenze è una vittima dei crimini di guerra di Hamas”. Soprattutto, Haley ha poi negato la connessione tra l’accaduto e l’apertura dell’ambasciata Usa.
Di parere completamente diverso è il presidente palestinese Abu Mazen che ha annunciato uno sciopero generale e tre giorni di lutto per le vittime. Per lui a Gerusalemme “non è stata aperta un’ambasciata, ma un avamposto americano”. Il rappresentante palestinese, all’Onu presso il Consiglio di sicurezza ha detto: “Quanti palestinesi devono morire prima che facciate qualcosa?”. Il governo palestinese, intanto, ha chiesto al Consiglio dei diritti umani dell’Onu (Unhrc) “di organizzare un incontro urgente per decidere l’invio di una missione internazionale per investigare sui crimini commessi dalle forze di occupazione militare contro gente inerme”.
Il coordinatore speciale delle Nazioni Unite per il processo di pace in Medio Oriente, Nikolay Mladenov ha invece affermato: “Israele deve calibrare l’uso della forza, deve proteggere i suoi confini ma farlo in modo proporzionato, mentre Hamas non deve usare le proteste per mettere bombe e compiere atti provocatori”. “La comunità internazionale deve intervenire e prevenire una guerra”, ha aggiunto Mladenov, definendo la situazione nella Striscia “disperata”. Il Kuwait aveva elaborato una dichiarazione che esprimeva sdegno e dolore per la morte dei civili palestinesi e chiedeva “un’indagine indipendente e trasparente delle Nazioni Unite per determinare la responsabilità”: la dichiarazione, secondo fonti del Palazzo di Vetro, sarebbe stata bloccata dagli Stati Uniti.
Tra le reazioni internazionali vi è anche quella di Federica Mogherini, Alto rappresentante dell’Ue per la politica estera che su quanto avvenuto a Gaza afferma: “Gerusalemme è una città santa per ebrei, musulmani e cristiani. I legami del popolo ebraico con Gerusalemme sono inconfutabili e non devono essere negati. E lo stesso vale per i legami del popolo palestinese verso la città” e ancora: “Decine di palestinesi, compresi i bambini, sono stati uccisi e centinaia feriti dal fuoco israeliano oggi, durante le proteste vicino il confine a Gaza. Ci aspettiamo che tutti agiscano con la massima moderazione per evitare ulteriori perdite di vite umane”. Mogherini ha poi continuato: “Israele rispetti il diritto alle proteste pacifiche e il principio dell’uso proporzionato della forza. Hamas e chi guida i cortei facciano in modo che siano non violenti, non li sfruttino ad altri fini”. Proseguendo ha dichiarato: “Ogni ulteriore escalation di una situazione già estremamente tesa e complessa porterebbe ulteriori sofferenze indicibili a entrambi i popoli e renderà la prospettiva di pace e sicurezza ancora più remota”. E infine ha concluso: “in questo momento, sarebbero necessari saggezza e coraggio per tornare ai negoziati per una soluzione politica, per il bene sia del popolo israeliano che di quello palestinese, e dell’intera regione” e “solo una soluzione a due Stati consentirà realisticamente a entrambe le parti di soddisfare”. Federica Mogherini, Alto rappresentante dell’Ue per la politica estera con queste dichiarazione si allinea con le posizioni della comunità europea che intende essere equidistante nel conflitto tra Israele e i palestinesi, ma nello stesso tempo condannare le violenze israeliane nella striscia di Gaza. C’è da notare infatti come i rappresentanti dell’UE non sono intervenuti all’inaugurazione dell’ambasciata statunitense a Gerusalemme per evitare ulteriori tensioni tra le parti.
Difatti alcuni rappresentanti dei paesi europei membri del Consiglio di Sicurezza (Gran Bretagna, Francia, Svezia, Polonia, Paesi Bassi) insieme a Italia, Germania e Belgio, hanno letto una dichiarazione congiunta in cui chiedono a Israele di abbandonare l’uso della forza e ad Hamas di non esasperare ulteriormente la situazione con atteggiamenti provocatori. Angela Merkel in una conversazione telefonica con Netanyahu, la cancelliera tedesca ha espresso la sua preoccupazione per la situazione a Gaza chiedendo moderazione tra le parti. Sulle stesse posizioni moderate è Theresa May. Mentre Emmanuel Macron, ha invece chiamato direttamente al telefono il premier israeliano Benjamin Netanyahu per condannare le violenze a Gaza e per riaffermare il diritto dei civili palestinesi di protestare pacificamente.
Anche Il Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Angelino Alfano, reitera i sentimenti di preoccupazione e profonda tristezza per i morti e feriti di oggi nella Striscia di Gaza, a seguito dei violenti scontri tra dimostranti palestinesi e forze di sicurezza israeliane. “Ci appelliamo a tutte le parti coinvolte – afferma Alfano – affinché profondano ogni sforzo per evitare ulteriori spargimenti di sangue e auspichiamo una ripresa delle iniziative politico-diplomatiche tese a rilanciare la prospettiva di una soluzione politica, affinché i due popoli possano vivere fianco a fianco, in pace e sicurezza”.