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Documento congiunto per la riforma del regolamento di Dublino

Documento congiunto per la riforma del regolamento di Dublino

K metro 0 – Bruxelles – L’Unione europea si sta impegnando per giungere a un approccio più sostenibile alla gestione della migrazione, nei confronti sia di coloro che necessitano di protezione internazionale, sia di coloro che si spostano per altri motivi. Lo scopo è porre fine ai movimenti irregolari e pericolosi dei migranti e al

K metro 0 – Bruxelles – L’Unione europea si sta impegnando per giungere a un approccio più sostenibile alla gestione della migrazione, nei confronti sia di coloro che necessitano di protezione internazionale, sia di coloro che si spostano per altri motivi. Lo scopo è porre fine ai movimenti irregolari e pericolosi dei migranti e al modello operativo dei trafficanti, e sostituirli con vie di accesso all’UE sicure e legali per coloro che hanno bisogno di protezione. La protezione nella regione di partenza e il reinsediamento nell’UE dovrebbero diventare il modello per il futuro, e sono il miglior modo per tutelare gli interessi e la sicurezza dei rifugiati. Italia, Cipro, Malta, Grecia, Spagna chiedono una serie di riforme del regolamento di Dublino tramite un documento congiunto. Tra queste si chiede che sia alleggerito il peso dei flussi migratori sui Paesi di primo ingresso, si richiede il riconoscimento per gli sforzi per un maggior controllo delle frontiere esterne Ue soggette a pressione migratoria, e per le attività di ricerca e salvataggio in mare e infine si chiede all’UE di “alleviare i pesi procedurali”.

Il documento elaborato in tredici punti chiede inoltre di “ridurre la responsabilità stabile”, ad un massimo di due anni, dello Stato membro di primo ingresso del migrante, rispetto ai dieci previsti dall’attuale proposta della presidenza bulgara di turno del Consiglio Ue. Il documento espone poi diverse perplessità per i reinsediamenti e il contributo di 30mila euro al posto dei ricollocamenti dei richiedenti asilo proposti dall’UE.

Il documento chiede anche che siano ampliato il numero dei paesi che accolgono i rifugiati tramite i ricollocamenti e in questo senso non piace il meccanismo di ricollocamento proprio della proposta bulgara che sostiene un ricollocamento automatico e obbligatorio solo per un flusso superiore del 180% rispetto all’anno precedente e previa votazione degli stati dell’UE.  È indubbio che i cinque paesi si trovano in una situazione complicata rispetto agli eccezionali flussi migratori di questi anni, ma singolarmente questi paesi hanno situazioni politico-sociali differenti e hanno adottato differenti strategie migratorie. La Spagna ad esempio è una di quelle nazioni che meglio hanno saputo reagire al fenomeno migratorio ma ha il numero più basso di richiedenti asilo rispetto all’Italia e alla Grecia. L’Italia invece è lo stato membro con il maggior numero di richiedenti asilo in arrivo.

Ma cosa è in realtà il documento di Dublino?

Il regolamento Dublino nella sua terza edizione definisce quale Stato ha l’obbligo di valutare le richieste di asilo presentate da persone che arrivano in Europa. Un’analisi della disciplina giuridica del trattamento dei cittadini di paesi terzi è destinata ad essere basata in primo luogo sul cosiddetto regolamento Dublino III. Il regolamento è entrato in vigore il 1 ° gennaio 2014, stabilendo i criteri e i meccanismi di determinazione dello Stato membro incaricato di esaminare la richiesta di protezione internazionale presentata da un cittadino di un paese terzo o da un apolide in uno dei Stati europei.

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